Numerose linee aeree hanno ricominciato ad ammettere a bordo dei propri voli per gli Stati Uniti i passeggeri che da giorni ne erano esclusi, perché provenienti da uno dei sette Paesi musulmani colpiti dall'ordine esecutivo promulgato il 27 gennaio da Donald Trump, che congela l'ingresso negli Usa per i loro cittadini: una volta che il giudice federale James Robart ha sospeso la validità del provvedimento sull'intero territorio nazionale.
Da Lufthansa a Qatar Airways, tutti a bordo!
Le misure restrittive che ne scaturivano sono state bloccate, seppure temporaneamente, facendo cadere l'obbligo per i vettori di osservarle. E hanno annunciato di aver appunto deciso di non osservarle più, almeno per il momento, compagnie del calibro di 'Lufthansa', 'Air France', 'Swiss Airways' e 'Qatar Airways'. Chi abbia la nazionalità di Iraq, Siria, Yemen, Iran, Libia, Sudan o Somalia potrà dunque partire, a condizione naturalmente che il suo visto sia valido sotto ogni altro aspetto 'comune', e fino a nuovo ordine.
Le low cost stanno a guardare
Più prudenti invece altri operatori come 'Finnair', per non parlare di quelli low-cost, che hanno avvertito gli utenti di preferire lasciare per adesso le cose invariate, in attesa di verificare come si evolverà in seguito la situazione. Molti temono infatti che Robart possa ribaltare la sua stessa pronuncia una volta completato l'esame di legittimità dell'ordine; oppure che intervenga un collegio di grado superiore e disponga in maniera diametralmente opposta. Tanto è vero che a Teheran, per esempio, un'agenzia di viaggio avrebbe avvertito i potenziali clienti iraniani, consigliando loro di procurarsi al più presto un posto su un aereo qualsiasi in partenza per "qualsiasi città" americana, prima che il bando torni effettivo. Per contro, fonti riservate dell'aeroporto del Cairo hanno rivelato di essere state informate dai colleghi di New York del, quanto meno momentaneo, via libera per tutti senza timori di incappare in brutte sorprese non appena giunti a destinazione.