Strage Istanbul, il killer è di nuovo senza nome
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Strage Istanbul, il killer è di nuovo senza nome

Strage Istanbul, il killer è di nuovo senza nome

terrorista del reina night club 
terrorista del reina night club 
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A certificare l'estraneità di Iakha Mashrapov all'attentato è il capo dei servizi di sicurezza del Kirghizistan, Rakhat Sulaymanov, al termine dell'interrogatorio cui lo stesso Mashrapov è stato sottoposto al rientro in patria dalla Turchia in aereo. Parlando alla Bbc, Sulaymanov ha spiegato che l'uomo non c'entra con l'attacco alla discoteca 'Reina'. La foto che compare sul passaporto di Mashrapov, pubblicata sui siti e i Tg di tutto il mondo, secondo il responsabile della sicurezza della repubblica ex sovietica ha solo una vaga somiglianza con il sospetto attentatore, ripreso dalle telecamere di sorveglianza.
L'indagine sarebbe stata avviata autonomamente, giacché le autorità turche non avrebbero preso alcun contatto con quelle kirghise, tanto meno le avrebbero avvertite dell'ipotetico coinvolgimento di Mashrapov nella strage perché lo fermassero non appena giunto a Bishkek, la capitale. Il 28enne era già stato interrogato prima della partenza da Istanbul, ma poi gli era stato permesso di imbarcarsi.

Il primo attentato rivendicato dall'Isis in Turchia

E' la prima volta che l'Isis rivendica un attentato in Turchia, il che fa pensare che lo Stato Islamico abbia dichiarato apertamente guerra al Paese. Nella rivendicazione, diffusa dall'agenzia di Daesh, Amaq, l'Isis minaccia altri attacchi in Turchia. Che il gruppo jihadista definisce "apostata" e "serva dei crociati". Il riferimento è molto probabilmente alle recenti nuove alleanze del presidente Recep Erdogan (a cominciare da quella con la Russia) e all'accordo per il cessate-il-fuoco in Siria.

La situazione a Istanbul

Istanbul sembra essere tornata alla normalità. Il telone blu che copre la parte anteriore della discoteca Reina è familiare a chi vive in una città che conosce il terrorismo ed è stata più volte vittima di attentati. La polizia sorveglia l'ingresso del club, proprio come hanno fatto le forze dell'ordine a Parigi, al di fuori del Bataclan nel novembre 2015. Al suo interno si possono solo immaginare le conseguenze di un attacco che ha lasciato a terra 39 morti e 69 feriti. Ma in Francia lo choc e il dolore erano palpabili: centinaia di parigini in piedi si abbracciavano, le lacrime rigavano i volti. Tutto questo a Istanbul non c'è Piccoli gruppi di giovani si aggirano intorno al locale, alcuni hanno lasciato garofani rossi e candele. Ma non ci sono lacrime. Gli abitanti di Istanbul sono tristemente abituati a questo tipo di tragedia. C'è stata invece rabbia. Anche contro i giornalisti che riprendevano le operazioni di soccorso e di polizia. Alcuni reporter locali hanno raccontanto all'Abc di essere stati aggrediti. Forse l'unica sorpresa è stata che l'attentato è accaduto in una zona considerata "sicura".
Per approfondire:
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