Roma – Sono Paesi relativamente piccoli, ma creativi; hanno risorse intellettuali e capacità economiche; distano poco più di tre ore di volo l’uno dall’altro, eppure Italia e Israele non colgono le opportunità di business come potrebbero. Per questo, bisogna rompere gli schemi, andare oltre le consuetudini e convincere le imprese dei due Paesi a trovare modi di collaborare e creare benefici per entrambi. Ne è convinto il nuovo ambasciatore israeliano a Roma, Ofer Sachs, che mette l’accento sul grande potenziale ancora inespresso. “Abbiamo una cooperazione già molto buona nel campo della ricerca e dello sviluppo, con un fondo bilaterale e una collaborazione tra accademie. In Israele abbiamo una forte propensione per innovazione e start-up, ma la nostra capacità di creare grandi aziende e giocare un ruolo globale è sicuramente limitata, paragonata a quella italiana”.
Sfida è rompere gli schemi e trovare nuovi modi di collaborare
Sachs è in carica a Roma da pochi mesi, dopo essere stato per anni alla guida dell’Istituto israeliano per l’export. “Ci sono molti modi per collaborare e questa è la sfida: spesso gli israeliani non guardano all’Italia come prima scelta, non perché manchino le occasioni – il Paese ne è ricco - ma si rivolgono alla loro comfort-zone, tradizionalmente gli Stati Uniti. Dobbiamo rompere questo paradigma e convincere entrambi a trovare modi di collaborare e creare reciproci benefici”. Se con il tradizionale alleato le relazioni sono più immediate, con l’Italia “non siamo ancora così avanti ed è qualcosa su cui lavorare, perché il vostro è un Paese così ricco di capacità economiche da offrire di sicuro un’ampia area di collaborazione da sfruttare”. Un obiettivo chiaro, quasi quanto la strategia. “Dobbiamo fare in modo che le persone si incontrino, che gli imprenditori si conoscano, aumentare la reciproca consapevolezza perché le similitudini culturali renderebbero i legami così facili. Una volta superate le barriere linguistiche, e questo è sicuramente un tema, possiamo avere una collaborazione straordinaria”.
Ondata di incendi in Israele, grazie all'Italia per il sostegno
Intanto, i rapporti politici tra i due Paesi viaggiano sul filo dell’amicizia, come dimostrato anche la settimana scorsa in occasione dell'emergenza incendi che ha colpito Israele, con oltre 65mila persone costrette a lasciare le proprie case e grossi danni al territorio. Alla richiesta di aiuto lanciata dal premier Benjamin Netanyahu, il governo italiano ha risposto prontamente inviando due Canadair e dando il via libera alla Protezione civile per attivare quanto necessario a fornire supporto. Sachs non può non apprezzare la prontezza della mobilitazione e ha espresso un ringraziamento sentito. E’ la prova che i rapporti non si sono incriminati dopo l’astensione italiana al voto su Gerusalemme Est all’Unesco il mese scorso. Tutt’altro, la reazione forte del premier Matteo Renzi, che definì la situazione “allucinante”, fanno sperare - osserva l’ambasciatore - che “l’Italia in futuro prosegua” sulla stessa linea. “E’ la sfida che abbiamo di fronte, vedere posizioni piu’ equilibrate: non che tutti siano d’accordo con noi ma un dialogo equilibrato, o almeno un dialogo, e non reazioni in automatico, che qualche volta ignorano completamente scienza, storia e archeologia, come nel caso dell’Unesco”.