di Massimo Maugeri @MassimoMaugeri
Stoccolma - Bob Dylan è il premio Nobel per la Letteratura 2016. Lo ha deciso il Comitato dei Nobel dell'accademia di Svezia, con la motivazione che Dylan ha "creato nuove espressioni poetiche all'interno della tradizione della grande canzone americana". La notizia è stata accolta con un boato di sorpresa e di gioia dalla platea di Stoccolma e ha contagiato gran parte del mondo della cultura e soprattutto milioni di appassionati di musica.
La protesta che incantò il mondo
Di origini ebraiche, 75 anni, Dylan nasce il 24 maggio del 1941 a Duluth, in Minnesota. Il suo vero nome, Robert Allen Zimmerman, gli sembrava troppo altisonante ("è adatto a un re scozzese, non a me", scherzava), così decise di cambiarlo in omaggio al grande poeta gallese Dylan Thomas: Bob come proprio diminutivo e Dylan in onore del poeta.
Cantautore folk e scrittore, è stato poeta intenso, autore di versi spesso oscuri, pieni di simbolismi sfuggenti, dedicati all'amore o a personaggi marginali. Ma è stato soprattutto il pifferaio magico di una generazione di utopie. La sua musica fu la colonna sonora di una intera epoca, negli anni in cui l'America scopriva la follia della guerra in Vietnam e si appassionava alle grandi battaglie sui diritti civili.
Quando Fo "scippò" il Nobel a Dylan, (dopo aver tifato per lui)
A scoprire la sua voce ruvida e nasale e le sue note tutte 'tosse e abbaio' fu John Hammond, leggendario produttore che aveva portato al successo anche Aretha Franklin e Billie Holiday. Il giovane sognatore del Minnesota si trasforma presto in una leggenda. "Le mie canzoni non cercavano di piacere a nessuno, non trasudavano dolcezza - ha scritto nella sua autobiografia, Chronicles, pubblicata nel 2014 - o allontanavano la gente o la costringevano a venirmi piu' vicino per capire di cosa si trattasse".
BREAKING 2016 #NobelPrize in Literature to Bob Dylan “for having created new poetic expressions within the great American song tradition” pic.twitter.com/XYkeJKRfhv
— The Nobel Prize (@NobelPrize) 13 ottobre 2016
Tito Schipa Jr, è il Giuseppe Verdi del rock americano
La notizia del Nobel a Dylan, più volte dato tra i favoriti per la vittoria e candidato per la prima volta esattamente 20 anni fa, ha colto quasi tutti di sorpresa, tanto che i bookmaker lo davano 50 a 1 fino a pochi giorni fa. Ma la sorpresa si è trasformata presto in una vera e propria ondata di emozione. "Congratulazioni a uno dei miei poeti favoriti per un Nobel ben meritato" ha twittato il presidente Usa, Barack Obama. Per i più importanti cantautori italiani, da Francesco de Gregori a Francesco Guccini, il Nobel a Dylan è il "riconoscimento definitivo che le canzoni sono letteratura". Complimenti anche da molti politici italiani, a cominciare dal premier, Matteo Renzi.
Dylan entra a tutti gli effetti nel pantheon dei grandi americani della letteratura, assieme a Ernest Hemingway, John Steinbeck, Saul Bellow. L'ultima statunitense a ricevere il più prestigioso riconoscimento letterario dell'era moderna fu la scrittrice Toni Morrison, nel 1993. Con il Nobel a Dylan il folk-rock, entra definitivamente nel mondo della cultura 'alta'. Il grande romanzo americano, aspirazione di generazioni di scrittori statunitensi, da oggi sarà accompagnato dalle note e dalla poetica del grande menestrello. (AGI)