Damasco - A poche ore dall'entrata in vigore della tregua, il presidente siriano Bashar al-Assad ha promesso che si riprenderà tutto il Paese "dai terroristi". L'uomo forte di Damasco, che oggi e' riapparso in pubblico scegliendo simbolicamente una moschea della località di Daraya, alle porte di Damasco, strappata ai ribelli dopo anni di assedio, ha assicurato che "lo Stato siriano e' determinato a riprendersi ogni area dai terroristi, le Forze armate stanno continuando il loro lavoro, senza sosta e senza esitazione, indipendentemente dalle circostanze interne o esterne". "Dopo cinque anni, alcuni non si sono ancora svegliati dalle loro fantasie", ha aggiunto riferendosi alla rivoluzione scoppiata nel Paese nel 2011. "Alcuni hanno scommesso sulle promesse di potenze straniere che si tradurranno in nulla".
La speranza per la pace in Siria prenderà il via al tramonto di oggi, quando scatterà la tregua tra le fazioni militari concordata da Washington e Mosca. L'annuncio della tregua ha ricevuto sul versante dei gruppi ribelli una reazione ufficiale silo dall'islamista Ahrar al-Sham, che l'ha respinta, ma nelle ultime ore lo stesso regime siriano non si e' fatto scrupolo di bombardare diverse aree di Aleppo e causare la morte di 6 civili. Sabato c'erano stati altri bombardamenti, e 62 morti solo a Idlib.
Bashar al Assad aveva fatto sapere sabato di aver approvato l'accordo raggiunto tra Stati Uniti e Russia, e ieri e' arrivato il via libera dall'Iran, a patto che la tregua "non sia sfruttata dai terroristi". Il cessate-il-fuoco consentirà l'arrivo di aiuti, come primo passo verso una transizione politica anche attraverso una collaborazione militare sul campo tra Russia e Stati Uniti. L'intesa, insomma, dovrebbe rappresentare un punto di svolta dopo cinque anni di guerra civile. Il piano è sostenuto anche da Hezbollah, impegnato nella guerra in Siria al fianco delle truppe del regime siriano, ma "promette di continuare a combattere contro lo Stato Islamico e il Fatah al Sham Front", conosciuto sino a un mese fa - prima di rinunciare ufficialmente alla propria affiliazione ad Al Qaeda - con la sigla Jabhat al Nusra. L'emittente legata al Partito di Dio, Al-Manar, ha annunciato che "gli alleati della Siria aderiscono ad ogni iniziativa appoggiata dal governo siriano", aggiungendo poi che in ogni caso "risponderà a eventuali attacchi condotti contro i suoi membri in questo periodo di tregua". In questi giorni nella sede di Al Manar, nel quartiere di Dahye al Janoubiye (sud di Beirut), sono aumentate le misure di sicurezza nel timore di attentati da parte di Al Qaeda. Hezbollah partecipa al conflitto siriano da almeno 3 anni, e si valuta abbia perso in Siria circa 1.000 combattenti - inclusi comandanti di alto grado come Mostafa Badreddine, morto lo scorso marzo -, i cui manifesti commemorativi campeggiano in varie zone di Beirut. (AGI)