Roma - Il giorno dopo le elezioni in Mecklenburg-Western Pomerania, la cancelliera tedesca Angela Merkel non si e' sottratta al mea culpa per il terzo posto della Cdu dopo Spd e i populisti di destra dell'Afd, ma ha rivendicato la politica di apertura, in parallelo a quella sui rimpatri. La Merkel promette inoltre di riconquistare la fiducia degli elettori e chiarisce che il voto 'locale' non impedira' una sua eventuale ricandidatura alle elezioni generali dell'anno prossimo. "Ognuno ora ha bisogno di pensare a come riconquistare la fiducia - ha detto Merkel a margine del G20 in Cina - prima fra tutti io stessa". Il risultato delle elezioni regionali, vinte dai socialdemocrati della Spd con il 30,6% dei voti ma che hanno visto la netta affermazione dell'ultradestra anti-immigrati dell'Afd con il 20,8% e la Cdu ferma al 19%, e' comunque particolarmente preoccupante per la cancelliera, che nel piccolo e poco popolato Land del nord est ha il suo collegio elettorale. Gran parte degli osservatori leggono il risultato come una risposta netta alle politiche del governo di Berlino sul tema dell'immigrazione. E la destra xenofoba di Alternative fuer Deutschland canta vittoria. Il candidato dell'Afd, Leif Erik Holm, afferma che "questo potrebbe essere l'inizio della fine di Angela Merkel nel ruolo di cancelliere".
Per la leader del partito populista Frauke Petry, che incassa i complimenti di Marine Le Pen, il rusultato di ieri e' una sconfitta "personale" di Angela Merkel. Secondo Petry l'affermazione del suo partito e' dovuta agli errori commessi dalla Cdu e dalla stessa Spd sui temi dell'economia e dell'immigrazione. "La cancelliera e i socialisti ingannano il popolo tedesco - ha detto - ed e' per questo che la gente ci vota". La destra dunque, chiede un cambio di passo soprattutto sul tema migranti, su cui la cancelliera ha speso molta della sua immagine pubblica negli ultimi mesi. Il dibattito sull'accoglienza ha monopolizzato il dibattito del voto in Macleburgo, lasciando in secondo piano le questioni strettamente locali. E gli stessi esponenti cattolico democratici insistono nel chiedere alla loro leader un cambio di passo. La Csu, alleato bavarese della Cdu, chiede per bocca del suo segretario generale, Andreas Scheuer, che il governo indichi un 'plafond' annuale di rifugiati autorizzati ad arrivare in Germania. Il segretario della Cdu, Peter Tauber, parla di "sconfitta amara" e invita a "comprendere le paure della gente", anche se "dobbiamo evitare di afre l'errore di pensare che chiunque voti per l'Afd sia di estrema destra o sia contro i rifugiati". Anche la stampa tedesca mette la Merkel nel mirino: secondo Der Spiegel, "si e' trattato di qualcosa di piu' di una semplice elezione regionale, e' stato un voto sulla Merkel. Ed e' stata una sconfitta per la cancelliera". La popolare Bild si interroga sul futuro della cancelliera e in apertura si domanda "quanti schiaffi la Merkel e' ancora in grado di sopportare". Sul piano nazionale, il partito poluista tedesco, nato solo tre anni fa ma che ha decisamente spostato a destra l'asse della politica tedesca puntando con successo sui temi dell'immigrazione, gode del 14% delle intenzioni di voto. Una percentuale che preoccupa, in vista delle elezioni politiche dell'autunno dell'anno prossimo, quando la Germania sara' chiamata al voto. La leader tedesca intanto insiste che aprire le frontiere l'anno scorso e' stata la decisione giusta. "Ritengo corrette le decisioni fondamentali, ma c'e' molto da fare per riconquistare fiducia e il tema dell'immigrazione giochera' un grosso ruolo, cosi' come il rimpatrio di coloro che non hanno diritto a restare". "Tutti ora hanno bisogno di pensare a come riconquistare la fiducia, prima di tutti io stessa", ha riconosciuto. (AGI)