Teheran - L'Iran commemora DOMANI l'anniversario dell'ottava tragedia della storia dell'aviazione civile in termini di vittime civili, ossia l'abbattimento del volo IR655 il 3 Luglio 1988 che causo' la morte di 291 persone: 238 iraniani, 13 emiratini, 10 indiani, 6 pakistani, 6 jugoslavi, 1 francese e 1 italiano. Anche quest'anno l'Iran ricorda quella tragedia che poteva -secondo l'inchiesta condotta dall'Icao, l'organizzazione internazionale per l'aviazione civile- essere evitata. Il 3 Luglio del 1988, il volo IR655 Teheran-Dubai della linea aerea nazionale Iran Air fece scalo regolarmente a Bandar Abbas, alle 10:17 minuti l'aereo, un Airbus 300B2-200, decollo' regolarmente ma alle 10:22 minuti, quando si trovava ad un'altitudine di 7000 piedi, scomparve dai radar. Pochi minuti dopo il Pentagono annuncio' che la nave militare USS Vincennes aveva abbattuto un F14 Tomcat in dotazione all'aviazione iraniana. Passarono ancora alcune ore e le immagini dell'aereo abbattuto apparvero sugli schermi tv in pieno conflitto Iran-Iraq: la nave Vincennes aveva abbattuto l'aereo di linea scambiandolo per un F14. Le autorita' militari statunitensi dichiararono che il terribile abbattimento, che uccise 66 bambini sotto i 12 anni, era esito di un errore: Will Rogers, il capitano della USS Vincennes, aveva visto un aereo sui radar, e nonostante il monito del collega David Carlson, capitano della nave Sides, secondo cui si trattava di un aereo civile (perche' stava prendendo quota anziche' abbassarsi) decise di abbatterlo con un missile. Secondo le indagini dell'ICAO, la nave americana, prima di colpire l'aereo, mando' 11 segnali di avviso ma tutti sulla frequenza usata dagli aerei militari, che quindi l'aereo di linea non poteva captare. Gli Stati Uniti risarcirono con 61,8 milioni di dollari le famiglie delle 290 vittime ma non chiesero mai scusa per l'azione. Il capitano della USS Vincennes, Will Rogers, al suo ritorno negli Stati Uniti venne premiato con una medaglia al valore militare. Dal 1988, ogni anno, le famiglie delle vittime il 3 Luglio si recano nella zona della tragedia e gettano i fiori in acqua, in ricordo dei loro cari. L'Iran commemora domani l'anniversario dell'ottava tragedia della storia dell'aviazione civile in termini di vittime civili, ossia l'abbattimento del volo IR655 il 3 Luglio 1988 che causo' la morte di 291 persone: 238 iraniani, 13 emiratini, 10 indiani, 6 pakistani, 6 jugoslavi, 1 francese e 1 italiano. Una tragedia che poteva essere -secondo l'inchiesta condotta dall'Icao, l'organizzazione internazionale per l'aviazione civile- evitata. Il 3 Luglio del 1988, il volo IR655 Teheran-Dubai della linea aerea nazionale Iran Air fece scalo regolarmente a Bandar Abbas; alle 10:17 minuti l' Airbus 300B2-200 decollo' regolarmente ma alle 10:22 minuti, quando si trovava ad un'altitudine di 7000 piedi, scomparve dai radar. Pochi minuti dopo il Pentagono annuncio' che la nave militare USS Vincennes aveva abbattuto un F14 Tomcat in dotazione all'aviazione iraniana. Passarono ancora alcune ore e le immagini dell'aereo abbattuto apparvero sugli schermi tv in pieno conflitto Iran-Iraq: la nave Vincennes aveva abbattuto l'aereo di linea scambiandolo per un F14. Le autorita' militari statunitensi dichiararono che il terribile abbattimento, che uccise 66 bambini sotto i 12 anni, era esito di un errore: Will Rogers, il capitano della USS Vincennes, aveva visto un aereo sui radar, e nonostante il monito del collega David Carlson, capitano della nave Sides, secondo cui si trattava di un aereo civile (perche' stava prendendo quota anziche' abbassarsi) decise di abbatterlo con un missile. Secondo le indagini dell'ICAO, la nave americana, prima di colpire l'aereo, mando' 11 segnali di avviso ma tutti sulla frequenza usata dagli aerei militari, che quindi l'aereo di linea non poteva captare. Gli Stati Uniti risarcirono con 61,8 milioni di dollari le famiglie delle 290 vittime ma non chiesero mai scusa per l'azione. Il capitano della USS Vincennes, Will Rogers, al suo ritorno negli Stati Uniti venne premiato con una medaglia al valore militare. Dal 1988, ogni anno, le famiglie delle vittime il 3 luglio si recano nella zona della tragedia e gettano i fiori in acqua, in ricordo dei loro cari. (AGI)