Nairobi - Un gigantesco rogo, il più grande di tutti i tempi del suo genere, per dire no al commercio dell'avorio e alla strage degli elefanti: a Nairobi il presidente keniano, Uhuru Kenyatta, ha dato fuoco all'immensa pira su cui erano state ammassate 105 tonnellate di zanne, staccate da 8.000 pachidermi, che bruceranno per giorni. Su una seconda pira sono stati bruciate1,35 tonnellate di corni provenienti da 343 rinoceronti abbattuti piu' pelli di animali esotici. In totale il valore stimato sul mercato nero della merce sequestrata ai bracconieri e ai trafficanti è pari a 150 milioni di euro.
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In totale, malgrado i grandi numeri, si tratta solo del 5% dell'avorio e dei corni di rinoceronti venduti ogni anno sul mercato nero. In Africa vivono tra i 450.000 e i 500.000 elefanti ed ogni anno ne vengono massacrati oltre 30.000 per soddisfare la domanda prevalentemente asiatica di avorio che viene venduto a 800 euro al kg contro i 52.000 euro dell'equivalente in corni di rinoceronte, molto piu' preziosi della cocaina o dell'oro.(AGI)
Il rogo simbolico si è svolto al'indomani di un vertice africano a Nanyuki, sempre in Kenya, in cui Kenyatta ha lanciato un appello per un bando totale sul commercio dell'avorio. "Perdere i nostri elefanti sarebbe perdere una parte essenziale dell'eredita' che ci e' stata affidata", ha avvertito al summit con i colleghi di Uganda, Gabon e numerose Ong, "semplicemente non possiamo permettercelo". "Non saremo ricordati come gli africani che sono rimasti a guardare di fronte alla scomparsa degli elefanti", ha aggiunto.
Solo le zanne bruciate varrebbero oltre 90 milioni di euro al mercato nero mentre i corni di 340 rinoceronti ne valgono una sessantina. Il valore complessivo, 150 milioni di euro, e' una volta e mezzo quello che il Kenya spende ogni anno a tutela dell'ambiente e delle risorse naturali.
"Da un punto di vista del Kenya non si tratta di denaro in fumo", ha assicurato il direttore responsabile per la difesa della natura, generale Kitili Mbathi, "l'unico avorio che ha un valore e' quello che e' attaccato a un elefante vivo". Del resto il turismo, per lo piu' legato proprio ai parchi naturali, rappresenta il 12% del Pil keniano e si stima che un elefante vivo genera entrate per il turismo 76 volte piu' alte rispetto al valore dell'avorio. (AGI)