Roma - L'Isis perde sostenitori, soprattutto tra i giovani del mondo arabo, convinti che il Califfato alla fine sara' sconfitto. E' quanto emerge dall'ottava edizione dell'Arab Youth Survey, una ricerca condotta da Burson-Marsteller su un campione di 3.500 intervistati. La gioventu' araba ritiene che l'ascesa di Daesh costituisca la maggiore sfida per il Medio Oriente ma, allo stesso tempo, i giovani contestano sempre piu' il gruppo estremista e ritengono che fallira' nel tentativo di costituire uno Stato islamico. Nonostante tre giovani arabi su quattro siano preoccupati per l'ascesa del Daesh, solo uno su sei crede che il gruppo terrorista alla fine avra' successo. Anche se le preoccupazioni per l'ascesa del Daesh sono in aumento - ben il 50% dei giovani arabi considera questo come il problema principale del Medio Oriente, dato in aumento rispetto al 37% dell'anno scorso - il supporto tacito al gruppo sta calando. Solo il 13% e' d'accordo nell'affermare che avrebbe potuto dare il proprio supporto al gruppo se questo non avesse usato cosi' tanta violenza, rispetto al 19% nel 2015.
Un quarto dei giovani ritiene che le scarse prospettive e le poche opportunita' lavorative siano il principale motore di reclutamento del gruppo terroristico, sebbene una persona intervistata su quattro aggiunga di non vedere motivi per cui qualcuno possa voler collaborare con il Daesh. La gioventu' araba, per il quinto anno consecutivo, cita l'Arabia Saudita come il loro principale alleato (31%), seguita dagli Emirati Arabi Uniti (28%) e gli Stati Uniti (25%). Tuttavia, le opinioni riguardo l'America sono sempre piu' polarizzate. Due terzi dei giovani arabi vede il Paese come un alleato, mentre un terzo lo considera come un nemico, cio' specialmente in Iraq (93%), Yemen (82%) e in Palestina (81%). Inoltre, la crescente influenza dell'Iran sul territorio si riflette nell'indagine: il 13% dei giovani arabi ora considera l'Iran come uno dei maggiori alleati, sebbene una maggioranza risicata (52%) vede il Paese ancora come un nemico. "Questa indagine fornisce dati importanti su come la gioventu' araba consideri l'ambiente nel quale vive come stimolante ed in continua evoluzione", ha affermato Donald A. Baer, Presidente e CEO di Burson-Marsteller. "I giovani arabi di oggi saranno leader di domani, proprietari di aziende, lavoratori e consumatori e i dati di questa ricerca aiutano tutti noi a comprendere meglio questo spaccato di societa'".
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Cinque anni dopo la Primavera araba, oggi la maggior parte dei giovani ha scelto di dare la priorita' alla stabilita' piuttosto che alla democrazia. Nel 2016, solo il 36% dei giovani ritiene che il mondo arabo sia migliorato dopo le rivolte, dato in calo rispetto al 72% registrato nel 2012 all'apice dei disordini. La maggioranza (53%) concorda nell'affermare che, al momento, promuovere la stabilita' nel Medio Oriente e' piu' importante che promuovere la democrazia (28%). Allo stesso tempo, due terzi dei giovani arabi chiede al proprio Governo un maggior impegno nella tutela delle liberta' personali e dei diritti umani. Il 22% della gioventu' araba, quasi uno su quattro, considera gli Emirati Arabi Uniti come il Paese nel quale vorrebbe vivere e un ugual numero lo considera come modello da emulare.
Gli Emirati, inoltre, sono visti come il territorio piu' attraente per potenziali imprenditori: dei giovani arabi che vorrebbero avviare una propria attivita' nei prossimi cinque anni, un quarto sceglierebbe di farlo negli Emirati. Penn Schoen Berland (PSB) societa' internazionale di sondaggi e partner di Burson-Marsteller ha condotto 3,500 interviste faccia-a-faccia a uomini e donne arabe tra i 18 e i 24 anni appartenenti a sei paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC) tra cui: Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Qatar, Kuwait, Oman e Bahrain, oltre che in Iraq, Egitto, Giordania, Libano, Libia, Palestina, Tunisia, Marocco, Algeria e Yemen. Le interviste sono state condotte tra l'11 gennaio e il 22 febbraio 2016. "Con il 60% della popolazione al di sotto dei 30 anni, il mondo arabo e' caratterizzato da un ampio numero di giovani", ha affermato Jeremy Galbraith, CEO di Burson-Marsteller Europa, Medio Oriente e Africa (EMEA) e Chief Strategy Officer mondiale. "L'indagine condotta dall'ASDA'A Burson-Marsteller serve come barometro dei trend sociali, politici ed economici e fotografa il mondo arabo attraverso gli occhi dei suoi giovani". "Giunta all'ottava edizione, la Arab Youth Survey condotta da ASDA'A Burson-Marsteller, e' ormai divenuta una fonte preziosa di informazioni a livello mondiale, e ci auguriamo che diffondendo questi dati - testimonianza del nostro approccio "evidence-based" alla comunicazione e al concetto di responsabilita' sociale - si potra' contribuire ad alimentare il dialogo e il confronto con questa importante fascia sociale", ha sottolineato Sunil John, Ceo di ASDA'A Burson-Marsteller. (AGI)