Nicosia - Nonostante il ritiro del grosso del proprio contingente militare, annunciato ieri a sorpresa dal presidente Vladimir Putin, la Russia in giornata ha lanciato nuovi bombardamenti con aerei ed elicotteri in Siria, martellando in particolare i dintorni di Palmira, l'antica citta' nel deserto centrale caduta nel maggio 2015 nelle mani delle milizie dello Stato Islamico, di cui sono state prese di mira le postazioni: lo ha riferito l'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, organizzazione dell'opposizione non radicale in esilio con sede a Londra, secondo cui gli attacchi "hanno permesso di avanzare all'Esercito governativo, che ormai si trova appena 4 chilometri a sud e a ovest" del centro urbano. Mosca aveva comunque avvertito che il suo disimpegno non sarebbe stato totale, e che in particolare non si sarebbero fermati i raid, iniziati il 29 settembre scorso.
Dopo la Francia, anche il Regno Unito ha accolto con prudenza l'annuncio del ritiro a sorpresa dalla Siria del contingente militare russo, dato ieri dal presidente Vladimir Putin. "Diamo il benvenuto a questa decisione, se indica un impegno fermo della Russia ad appoggiare la transizione politica", ha dichiarato un portavoce del numero 10 di Downing Street, anonimo come da tradizione. "La giudicheremo sulla base di quanto vedremo sul campo. Dopo cinque anni di brutale guerra civile, e' importante arrivare a una soluzione politica in Siria che apra la via verso la pace". La Gran Bretagna, ha ricordato, ha "compiuto molti tentativi in tal senso", e confida adesso nell'esito dei colloqui di pace indiretti tra regime e opposizione, appena ripresi a Ginevra. (AGI)