Roma - E' tutto pronto per l'attacco in Libia, ma Roma chiede tempo a Washington e Parigi, e finora e' riuscita a ottenerlo nella speranza che nel paese africano nasca un governo di unita' nazionale, in grado di riprendere il controllo del territorio e sottrarlo all'avanzata dell'Isis. Un'ondata di raid aerei contro 30/40 obiettivi dello Stato islamico sparsi in quattro zone della Libia, per aprire la strada a un intervento di terra delle milizie libiche sostenute dall'Occidente e' una delle opzioni del dettagliato piano militare Usa per colpire la minaccia jihadista presentato dal Pentagono alla Casa Bianca.
Secondo quanto riporta il New York Times, il piano approntato e' stato illustrato ai consiglieri per la sicurezza nazionale del presidente americano, Barack Obama, ma per ora e' accantonato. Il difficile equilibrio che gli Stati Uniti, insieme agli alleati stanno cercando di mantenere e' quello di sostenere il fragile processo politico in atto senza lasciare troppo tempo all'Isis per svilupparsi e resistere cosi' a un intervento militare. Tra gli obiettivi dell'ondata di raid aerei previsti dai vertici militari Usa ci sono campi di addestramento, centri di comando e depositi di munizioni, in modo da colpire in profondita' le capacita' di reazione dello Stato islamico in Libia. Lo schema dettagliato approntato dal Pentagono, continua il quotidiano, ha suscitato qualche perplessita' al dipartimento di Stato, dove si teme che, se non ben coordinati, i raid possano mettere a repentaglio gli sforzi Onu per arrivare a un esecutivo libico con il sostegno di tutte le parti.
Roma sembra voler allontanare una opzione militare. "La formazione di un governo in Libia e' una priorita' per i popoli della Libia. Nonostante le difficolta' che ancora oggi si sono manifestate, la comunita' internazionale fara' di tutto perche' il governo possa ottenere la fiducia e iniziare a lavorare il prima possibile a Tripoli. I libici per primi devono sapere che il tempo a loro disposizione non e' infinito", ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, dopo il vertice Italia-Francia a Venezia. "Sulle ipotesi di raid condotte dagli Usa - ha aggiunto - direi che piu' di scoop di giornali si parla di realta'. Non piu' di 15 giorni fa c'e' stato un intervento contro il terrorismo, contro un gruppo di adepti di Daesh". "Quello che e' importante -ha ribadito- e' una visione di lungo periodo della Libia, che e' il punto di approdo di molte tensioni in tutta l'Africa subsahariana, che meritano la nostra attenzione e il nostro sguardo preoccupato e vigile".
"Siamo d'accordo con l'Italia che in Libia deve esserci un governo, ma va condotta la lotta contro l'Isis", ha affermato, invece, il presidente francese, Francois Hollande, al termine del bilaterale con l'Italia. Hollande ha ricordato la pericolosita' dell'Isis e dei foreign fighters, che "sono una minaccia costante", e ha espresso solidarieta' all'Italia per i due ostaggi uccisi in Libia. "Dobbiamo agire, l'Europa deve agire -ha rimarcato- i nostri Paesi devono lottare contro il terrorismo". Hollande ha fatto riferimento all'attacco a Ben Guerdane, al confine tra Tunisia e Libia, sottolineando che "c'e' una minaccia per l'intera Africa subsahariana. In Libia serve un Governo. Stiamo cercando di convincere tutti i Paesi che hanno un'influenza in Libia".
Roma minimizza: allo stato attuale "non risulta alcuno sfondamento della frontiera tra Tunisia e Libia" ha detto l'ambasciatore italiano a Tunisi, Raimondo De Cardona, che ha definito "inverosimile uno scenario di guerra con invasioni" di miliziani islamisti dal confine libico. "Stiamo ancora verificando, ma a noi risulta che ci sia stato uno sfondamento alla frontiera, ne' di una fuga di terroristi verso l'isola di Gerba", ha spiegato il diplomatico italiano. "Stiamo parlando certamente di una zona periferica e remota dove ci sono molte difficolta' nel controllo del territorio. C'e' stata una grande sparatoria dopo che un gruppo di terroristi sono stati fermati a un posto di blocco. Poi se ne sono aggiunti altri ed e' emerso un fenomeno di grandi proporzioni".(AGI)