Teheran - I candidati riformisti e moderati alleati del presidente Hassan Rohani vedono rafforzate le proprie posizioni contro i conservatori, dopo il voto di venerdì in Iran, un voto di vitale importanza per il proseguimento della politica di apertura dell'ayatollah moderato, protagonista del ritorno alla ribalta internazionale del nuovo Iran. I risultati definitivi ancora non ci sono, ma intanto la lista 'Speranza', che riunisce riformatori e sostenitori moderati del presidente, si è assicurata una vittoria schiacchiante a Teheran. E in totale, nel Parlamento hanno ottenuto 54 seggi dei 137 dei quali sono stati resi noti i risultati (30 sono i seggi nella capitale); a questi si aggiungono gli 11 candidati indipendenti a loro vicini, per un totale di almeno 65 deputati.
La maggior parte dei conservatori che si erano opposti allo storico accordo sul nucleare sono stati estromessi dal Parlamento. Ugualmente soddisfacente per Rohani il risultati per l'Assemblea degli Esteri: è stato eletto lui stesso ma anche il suo alleato, Akbar Hashemi Rafsanjani, ex presidente della Repubblica Islamica. Questa 'camerà è composta da 88 religiosi, che hanno un compito cruciale, quello di nominare la massima autorità politica e religiosa dell'Iran, la Guida Supmrea. Due importanti ayatollah conservatori, noti per la loro ostilità nei confronti dei riformisti, l'ayatollah Mohammad Yazdi, attuale capo dell'assemblea degli Esperti, e Mohammad Taghi Mesbah Yazdi, che era stato l'ispiratore della politica dell'ex presidente Mahmoud Ahmadinejad, non sarebbero stati eletti, secondo dati parziali ma che riguardano quasi tutte le schede scrutinate. è stato invece eletto l'ayatollah Ahmad Jannati, conservatore e capo del potente Consiglio dei Guardiani della Costituzione. I risultati dell'Assemblea degli Esperti dovrebbero essere resi noti oggi. A Teheran, la lista vicina a Rohani, guidata dal riformista Mohammad Reza Aref, ex vicepresidente, ha fatto man bassa, conquistando tutti i 30 seggi a disposizioni. Non entrerà in Parlamento neanche il capolista dei conservatori Gholam-Ali Hadad-Adel, consuocero della Guida Suprema, Ali Khamenei e a lui molto fedele. In cima alla lista dei candidati certi di essere eletti figurano proprio il riformatore Mohammad Reza Aref e il moderato Ali Motahari, che hanno ottenuto rispettivamente 1,3 milioni di voti e più di 1,1 milioni. I risultati si riferiscono al conteggio di oltre 2,6 milioni di schede elettorali su un totale di 2,9 milioni di elettori a Teheran.
La svolta pro-Rohani è tanto più degna di nota perché la maggior parte delle figure di spicco del fronte riformista erano state escluse dalla 'corsà dal Consiglio dei Guardiani, che ha il diritto di veto sulle candidature. I riformisti avevano incluso nella loro lista tre conservatori moderati, tra cui Motahari, che sono stati tutti eletti. Nel resto del Paese, i riformisti/moderati - uniti nella lista 'Speranza'- e i conservatori si dividono i voti con gli indipendenti. Sulle 109 circoscrizioni di provincia di cui sono noti i dati, i conservatori si affermano in 33, i riformisti e moderati in 24 e gli indipendenti in 28. Tra questi ultimi, 13 sono vicini ai conservatori e 11 ai riformisti, mentre non è nota la tendenza politica degli altri. Un secondo turno si terrà in aprile o maggio nei 23 collegi elettorali in cui non c'è stato un chiaro vincitore. (AGI)