Teheran - Alla vigilia dell'attesissimo voto per le elezioni legislative iraniane, più di un quinto dei candidati, 1.385, si sono ritirati dalla corsa per conquistare i 290 seggi del Majlis, il Parlamento di Teheran per non disperdere il voto e concentrare gli elettori sui partiti maggiori. Lo ha annunciato il capo della commissione elettorale del ministero dell'Interno, Mohammad Hossein Moghimi, specificando che a questo punto restano in corso 4.844 candidati. I seggi si apriranno domani alle 5,30 ora italiana e si chiuderanno alle 15,30, anche se come e' successo altre volte, le operazioni di voto potrebbero allungarsi. I risultati definitivi sono attesi entro 24 ore dalla chiusura dei seggi fuori da Teheran. Nella capitale, che ha una popolazione di 12 milioni, ce ne vorranno almeno tre.
La politica iraniana, in realtà più che partiti politici intesi all'occidentale, è suddiviso in fazioni e le lezioni di domani sono viste come un confronto tra l'ala conservatrice, impersonata dai deputati vicini ai Pasdaran (i Guardiani della Rivoluzione), detentori di un enorme potere economico oltre che militare attraverso il sistema delle fondazioni (bonyad) e i riformisti/pragmatici di cui è espressione l'attuale presidente Hassan Rohani, che ha portato a casa l'accorso sul nucleare con l'Occidente. Intesa malvista negli Usa dai repubblicani e qualche democratico così come in Iran dai conservatori. Una formazione pro-Rohani si chiama 'List of Hope', include moderati e riformisti mentre il principale gruppo conservatore è guidato da Gholam-Ali Hadad Adel, ex presidente del Parlamento e genero della Guida Suprema, l'ayatollah Ali Khamanei.
Per la prima volta si voterà nello stesso giorno anche per la potente Assemblea degli Esperti: formata da 88 membri, tutti esperti religiosi, che ha il potere di nominare la Guida Suprema. Anche per questa assise il numero di candidati si è ridotto da 161 a 159. (AGI)