Roma - Il virus Zika terrorizza l'America Latina, ma per l'Italia rappresenta ancora una minaccia remota. Remota, ma non improbabile, come sottolinea Giovanni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell'Istituto superiore di Sanità, secondo cui resta la possibilità che la zanzara tigre ne diventi il vettore in Europa. "Può succedere" dice Rezza all'Agi, "che una persona che si è infettata in Paese dell'America Latina venga punta da una zanzara tigre che poi trasmette il virus ad altri. E' già successo con la Dengue, di cui c'è stata una epidemia in Francia Meridionale la scorsa estate, e con la Chikungunya di cui abbiamo avuto un focolaio in Italia nel 2007".
Il ministero della Salute, aggiunge Rezza, "ha messo a punto i test diagnostici per la Zika, anche grazie alla collaborazione internazionale". Nel marzo 2015 un caso di infezione da Zika è stato segnalato in Italia, ma si trattava di un viaggiatore di ritorno da una località in cui è una malattia endemica e che comunque non aveva alcuna relazione con casi di donne in gravidanza". Perché l'allarme è proprio per le donne incinte, dopo che in Brasile è stata registrata un'incidenza venti volte superiore alla media di casi di microcefalia che si ritiene sia legata all'infezione. "Lo Zika il piu' delle volte dà come sintomi febbre e cefalea. Somiglia molto al Dengue ma più lieve. Ciò che ha fatto preoccupare a livello internazionale è il fatto che in America Latina si sono trovati negli anni '90 ad avere a che fare con il Dengue e più di recente con la Chukungunyam e ora con la Zika, tutti portati dalla zanzara Aedes aegypti. La circolazione di virus su più vettori non esclude che anche la Zika venga trasmessa dalla zanzare tigre". Per Rezza bisogna tenere alta la guardia, ma senza cedere agli allarmismi, anche se "è chiaro che una donna in gravidanza che vada in questi Paesi deve stare molto attenta". (AGI)