Roma - Il nuovo governo di unita' nazionale sara' cruciale per organizzare la lotta al terrorismo in Libia, ma Italia e Germania sanno che "su un intervento militare esterno ci sono ancora delle sensibilita' che potrebbero comportare rischi di conseguenze indesiderate". E' l'avvertimento lanciato dall'ambasciatore libico a Roma, Ahmed Safar, in un'intervista all'Agi, nel giorno in cui e' stata diffusa la lista dei ministri del neo-premier, Fayez Al-Serraj. Il diplomatico ha spiegato che sara' il nuovo esecutivo a indicare cosa serve per stabilizzare il Paese: "Il governo di unita' nazionale dovra' valutare attentamente le necessita' sfruttando le capacita' esistenti e attingendo al sostegno offerto dalla comunita' internazionale, prima che si decida di chiedere un piu' ampio ruolo di sostegno alle operazioni delle forze libiche", ha sottolineato l'ambasciatore riconosciuto dall'Italia. "Il sostegno militare", ha pero' aggiunto, "non va confuso con la nozione di intervento od operazioni militari"."Come nel 2011", ha sottolineato Safar, "sull'assistenza militare esterna esistono delle sensibilita' che potrebbero comportare rischi di conseguenze indesiderate. Nessuno deve precipitarsi prima del tempo e Italia e Germania sono consapevoli di quali siano le controindicazioni".
Libia: formato il governo la parola passa al Parlamento
Per poter ricevere qualsiasi tipo di assistenza militare, ha osservato l'ambasciatore, "e' cruciale avere un governo di unita' nel pieno dei poteri". A questo riguardo ha sorpreso che siano stati inseriti i nomi di ben 32 ministri: "Non si sa perche' si sia dovuti arrivare a una formazione cosi' allargata per un esecutivo che si e' detto piu' volte che dovrebbe avere un mandato di emergenza di soli 12 mesi", ha spiegato Safar, "si puo' immaginare che questo sia stato necessario per garantire il consenso nazionale". "E' importante", ha aggiunto, "che la maggioranza dei libici vedano che c'e' stato questo consenso per garantire il via libera al governo da parte della Camera dei rappresentanti (la rappresentanza del governo di Tobruk riconosciuto dalla comunita' internazionale, ndr) e quindi la piena applicazione" degli accordi. "La scadenza per l'approvazione" del governo "e' quella indicata di 10 giorni", ha ricordato. Quanto alle recenti minacce rivolte all'Italia da Al Qaeda nel Maghreb islamico, proprio per il suo ruolo in Libia, l'ambasciatore le lega anche al contesto regionale in cui "la franchigia di Al Qaeda e' sempre piu' minacciata dall'ascesa di Daesh", l'Isis. "La condivisione dell'intelligence e delle informazioni aiuterebbe a valutare la credibilita' di questa minaccia, ma questo puo' avvenire solo se c'e' un governo nel pieno dei suoi poteri in Libia", ha ammesso Safar. Per contrastare la crescente presenza dell'Isis e di gruppi qaedisti in Libia, ha avvertito Safar, "occorre una risposta compatta della comunita' internazionale. "Il terrorismo globale richiede una risposta globale in cui ci sia un flusso di informazioni e di intelligence tra i Paesi coinvolti", ha sottolineato, "senza una piena cooperazione nella sicurezza tra la Libia e i Paesi coinvolti nella lotta al terrorismo, manchera' un'arma importante per questa battaglia". L'ambasciatore ha sottolineato che "la Libia non e' un ambiente ospitale per i terroristi, almeno sul lungo termine, e questo per tanti fattori. In particolare le caratteristiche socio-culturali delle comunita' non possono tollerare una cultura della paura, del terrore e della sottomissione". (AGI)
(19 gennaio 2016)