Parigi - All'indomani dell'assalto al commissariato di polizia di Parigi in cui è rimasto ucciso un presunto terrorista, il procuratore Francois Molins, ha espresso seri dubbi sull'identita' dell'uomo. Nel giorno dell'anniversario della strage di Charlie Hebdo, Parigi è ripiombata di nuovo nell'incubo terrorismo: l'uomo, con un coltello e una cintura esplosiva, che poi è risultata essere finta, è stato freddato davanti al commissariato al XVIII arrondissement di Goutte d'Or, un quartiere multietnico nella parte settentrionale della capitale, mentre tentava di aggredire un poliziotto.
Parigi, ucciso uomo con finta cintura esplosiva
Parigi, assalto a polizia a un anno da Charlie Hebdo
Charlie Hebdo, un anno fa l'attacco al cuore dell'Europa
Intervistato dall'emittente France Info, Molins ha segnalato vari elementi che contraddicono il fatto che l'individuo si chiami Ali Sallah, marocchino di 20 anni. L'aggressore era noto alla polizia per una rapina compiuta nel 2013: si era presentato proprio come Ali Sallah, nato nel 1995 a Casablanca; secondo fonti vicine alle indagini, egli aveva raccontato che aveva soggiornato soprattutto in Germania e Italia. "Non sono affatto sicuro che questa identita' sia vera", ha detto il magistrato, spiegando che i servizi segreti non lo avevano identificato con questo nome. Questa identita' contraddice inoltre un foglio manoscritto di rivendicazione dell'azione, che e' stato trovato giovedi' sui suoi abiti, in cui diceva di essere tunisino e si attribuiva un altro nome. Secondo BFM TV, in quel testo, il terrorista sosteneva di chiamarsi Tarek Belkacem, l'emittente ha anche presentato un fotografia della vittima, in cui sembra avere una trentina d'anni (e non 20, come dichiarato al momento dell'arresto nella localita' francese di Saint Mazime, vicino a Tolone, nel 2013).
Per i poliziotti è "legittima difesa"
Il procuratore, che guida l'inchiesta, ha fatto notare che l'attacco e' avvenuto esattamente un anno dopo l'attentato jihadista al settimanale satirico Charlie Hebdo, con appena 10 minuti di differenza; e ricordando le modalita' dell'aggressione, ha aggiunto che i fatti, per come sono avvenuti "presentano tutti gli estremi della legittima difesa" per quanto riguarda gli agenti che hanno sparato. Tra gli abiti del terrorista, sono stati trovati un cellulare con una scheda tedesca al momento analizzata e che l'inchiesta chiarira' se si sia trattato di un'azione solitaria. Quanto all'ipotesi che possano moltiplicarsi gli attentati-kamikaze, Molins ha concluso che quanto accaduto mostra "il carattere multiforme della minaccia" terrorista. Per questo, ha aggiunto, "non c'e' alcuna ragione per essere ottimisti: siamo di fronte a un fenomeno che potrebbe durare vari anni". (AGI)
(8 gennaio 2016)