di Paolo Giorgi
Roma - Il trionfo globale della pasta: il piatto italiano per eccellenza non è mai stato così amato in tutto il mondo, e sono i numeri a indicarlo. In 18 anni, dalla prima Giornata Mondiale della Pasta che si celebrò, neanche a dirlo, a Napoli, la produzione globale è aumentata del 57%, passando da 9,1 a 14,3 milioni di tonnellate.
Sono 48 (+77%) i Paesi a produrne in quantità accettabili (oltre 1.000 tonnellate) e ben 52 (erano 30 18 anni fa) quelli che ne consumano almeno 1 kg pro capite all'anno. E anche su internet c'è sempre piu' voglia di pasta: non per niente è tra i top trend su Google in materia di food un po' ovunque, surclassando carne, riso, ortaggi e frutta, e finendo nella top five persino negli Stati Uniti, dove fioccano le ricerche di "rigatoni", "ragù bolognese" e via di questo passo.
Per Riccardo Felicetti, Presidente dell'IPO (International Pasta Organisation), "i consumatori russi di Mosca e San Pietroburgo sono i più 'evoluti'. Per loro la pasta di grano duro rappresenta un prodotto di eccellenza a un prezzo accessibile. Merito della fama della dieta mediterranea e del fascino della cucina italiana. Una situazione molto diversa da quella degli anni Ottanta, quando sono iniziate le prime grandi esportazioni di pasta verso il mercato russo. All'epoca era considerata soltanto un alimento economico e nutriente. Ora il costo è rimasto più o meno lo stesso, ma la percezione del prodotto è cambiata. E in meglio. La prossima sfida sarà farla incontrare con la tradizione gastronomica locale".
Una prima occasione per fare cultura di prodotto arriverà proprio il 25 ottobre, quando si riuniranno all'ombra del Cremlino oltre 200 tra pastai di tutto il mondo, rappresentanti della filiera, opinion leader scientifici, economici, media e blogger, per celebrare la pasta e i pregi nutrizionali di questo alimento sano e naturale, consumato ormai in tutti i continenti e accessibile a tutte le categorie sociali. Con l'incontro ai fornelli tra il top chef russo Vladimir Mukhin e il nostro Davide Scabin (che ha rilanciato la cottura ecologica della pasta in pentola a pressione), che racconteranno le potenzialità e le declinazioni della pasta nella cucina russa. E lo chef italiano a Mosca Valentino Bontempi preparerà per tutti una versione rivisitata delle Pennette alla vodka.
Nel 2015 l'Italia ha esportato 1,8 milioni di tonnellate di pasta, il 56% della produzione. La Germania si conferma il mercato principale per gradimento di pasta tricolore, con oltre 360mila tonnellate e un'incidenza di quasi il 20% del totale, un trend in crescita anche nel primo semestre 2016 (+2,3%). Seguono Regno Unito (257mila tonnellate), e Francia (239mila tonnellate). Sono gli Usa il primo mercato di sbocco extraeuropeo (149 mila tonnellate con un'incidenza di 8,2% sul totale) seguiti dal Giappone (66 mila tonnellate e un peso del 3,6% sul totale). Nei primi sette mesi del 2016, i mercati più dinamici per la pasta italiana sono stati: in Asia la Corea del Sud (+20,6%) e la Cina (+16,4%), mentre si è registrato un vero e proprio boom negli Emirati Arabi Uniti (+67%). Nelle Americhe l'exploit della Colombia (+22%) e le conferme di Usa (+7,3%) e Canada (+6,7%). Mentre in Europa l'unico contraccolpo viene dalla Gran Bretagna, con un calo del 2,7% ascrivibile all'"effetto Brexit". (AGI)