La Regione Lazio si è dotata di un nuovo fondo di investimento per finanziare le startup (la notizia sul Sole24Ore). Si chiama Lazio Venture e ha una dotazione di 56 milioni di euro. È l'ultima iniziativa per stimolare la nascita di un tessuto imprenditoriale innovativo lanciata da Lazio Innova, società controllata dalla Regione. Difficile avere l'ufficialità dei dati, ma dovrebbe trattarsi del fondo regionale più grosso in Italia, e apre uno scenario del tutto inedito.
Non si tratta di un fondo che darà soldi alle startup, ma che investirà con altri fondi in startup. Un aspetto non secondario, perchè Lazio Venture, così si chiama il fondo, si affiderà alle competenze di investitori istituzionali per investire al meglio. Un fondo ha come obiettivo principale investire bene e garantirsi ritorni da quell'investimento. L'obiettivo del Lazio non è quindi finanziare a pioggia le neoimprese innovative, ma farlo in maniera oculata, al fine di guadagnarci.
Come opererà il fondo Lazio Venture
Finora sono 16 i fondi di investimento che si sono proposti alla Regione, spiegano dalla società. Alcuni sono già stati scelti come partner. Da quello che racconta ad AGI la controllata della Regione, investirà in due tipi di "veicoli cofinanziati": fondi già esistenti e fondi paralleli creati ad hoc (questa seconda opzione è quella obbligata nei casi di dotazione più elevata). Il co-investimento sarà pubblico per il 60% e privato per il 40%. Tradotto, per ogni 6 euro investiti da Lazio Venture, il fondo privato ne dovrà mettere sul piatto 4. Questo dovrebbe consentire investimenti complessivi pari a 100 milioni.
Lo stesso rapporto tra capitale privato e pubblico dovrà essere poi mantenuto negli eventuali 'follow-on', cioè negli investimenti successivi al primo in una startup già partecipata. A meno che non siano passati più di 7 anni dalla prima vendita commerciale della società: in queso caso, il rapporto del follow-on potrà essere invertito (4 euro pubblici e 6 privati).
Le prerogative nell'investimento, la ricerca delle startup
L'altro incentivo all'investimento è costituito da due agevolazioni. La prima riguarda una "ripartizione preferenziale dei profitti". In sostanza Lazio Venture può decidere di destinare ai privati una fetta di profitti superiore a quanto spetterebbe loro in base alla quota di capitale acquisita. C'è, infine, un contributo a fondo perduto. Lazio Innova potrà rimborsare il 50% delle spese sostenute per "attività di esplorazione sul territorio nazionale".
Cioè se il fondo di venture capital spenderà soldi per scovare e selezionare startup e accompagnarle in percorsi di accelerazione. Il primo venture capital ammesso al programma sarà reso noto a dicembre. Un secondo blocco di selezionati sarà annunciato tra giugno e luglio 2018.
Come funziona un fondo di fondi e perché può fare bene alle startup italiane
Il Fondo di fondi è uno strumento finanziario che non si rivolge all'investimento diretto nel capitale delle società ma alla partecipazione in un altro fondo. Punta quindi a un impatto sistemico, più vasto rispetto a un'operazione diretta. Se ne parla, ultimamente, soprattutto per le startup. Perchè? L'ecosistema italiano è caratterizzato dalla penuria di capitali di rischio. Mancano cioè le risorse che possano sostenere la crescita delle società innovative: secondo il Venture Capital Monitor dell'Associazione italiana private equity (Aifi), nel 2016 si sono investiti in neoiprese innovative 181 milioni.
Un dato che, oltre a essere molto lontano dagli altri Paesi, va ulteriormente scremato perché include anche i fondi destinati a società fondate da italiani con sede all'estero. Sgravi fiscali e normative di vantaggio hanno promosso la nascita di startup ma non sono bastati per sostenerle. La mancanza di risorse concorre infatti a rendere complicata la loro crescita: sempre secondo l'Aifi, l'86% delle startup italiane è in fase embrionale.
"In italia manca un mercato del capitale di rischio"
Come ha sottolineato Innocenzo Cipolletta, presidente dell'AIfi, "manca un vero mercato del capitale di rischio e fondi di una certa dimensione che possano investire da 5 a 20 milioni su tempi lunghi". Per permettere alle startup di maturare. Ed è qui che le istituzioni hanno cominciato ad intervenire. Non più con policy rivolte alla nascita delle imprese, ma con strumenti finanziari specifici. È in questo quadro che si inseriscono i fondi di fondi, con i quali società a partecipazione pubblica affiancano i venture capital con due obiettivi: ampliare la dotazione e (in alcuni casi) mitigare il rischio d'investimento.
Al momento, l'iniziativa più corposa realizzata in Italia è il Fondo di Fondi di Venture Capital (FoF VC), gestito da Fondo Italiano d'Investimento SGR (società partecipata da ministero dell'Economia e delle Finanze, Cassa depositi e prestiti e alcune tra le maggiori banche del Paese). Nato nel settembre 2014 per "contribuire alla professionalizzazione del mercato del venture capital italiano" e per rappresentare "una valida alternativa di asset allocation per investitori professionali interessati a diversificare il proprio portafoglio in questo specifico segmento", a luglio 2017 ha chiuso la raccolta a 163 milioni di euro (oltre il target fissato di 150). Fino a ora ha sottoscritto 5 fondi di venture capital (che a loro volta hanno investito in più di 40 startup) per un totale di 62 milioni. Quattro hanno focus sul mercato italiano:
- Innogest Capital II (15 milioni di euro),
- Barcamper Ventures (17 milioni),
- Vertis Venture II IDT (17 milioni) e
- Oltre II (3 milioni).
- Uno su quello europeo: Sofinnova Capital Partners VIII (10 milioni)
Sono poi state avviate iniziative regionali o locali. La Alpine grown investment platform ha raccolto 70 milioni tra stanziamenti delle regioni italiane (15 sono arrivati dalla Lombardia) e 30 del Fondo europeo per gli investimenti. Dovrebbero contribuire alla nascita di un fondo di fondi dedicato alle startup del territorio. La Regione Lazio, tramite la controllata Lazio Innova, ha creato Lazio Venture. Questo fondo di fondi ha una dotazione fino a 56 milioni di euro. Prevede non solo una compartecipazione agli investimenti ma anche un contributo a fondo perduto per le spese di accelerazione e una distribuzione asimmetrica degli utili in favore dei venture capital.
Ciampalini: "Non cerchiamo solo soldi, ma anche competenze"
"Con i venture capital non arrivano solo capitali ma anche competenze e relazioni". Andrea Ciampalini, direttore generale di Lazio Innova, spiega gli obiettivi e il funzionamento di Lazio Venture, il Fondo di fondi creato con risorse pubbliche per stimolare il mercato del capitale di rischio nella regione. "L'obiettivo principale - continua Ciampalini - è incrementare nel Lazio il numero degli investitori professionali. Pensiamo che questo rappresenti una grande opportunità per chi vuole fare impresa innovativa". La struttura del fondo di fondi incentiva gli investimenti. E punta a renderli più "pazienti".
"L'orizzonte temporale tiene conto di un primo periodo di investimento di almeno 5 anni, e poi di un successivo periodo di disinvestimento, che può variare da fondo a fondo, e che tiene conto anche dell'obiettivo di uscire dalle startup alle miglior condizioni possibili. Per questo può essere così lungo". Le risorse di Lazio Venture potranno essere destinate a fondi già esistenti o (nei casi con dotazione più elevata) a fondi paralleli creati ad hoc. Le singole scelte dipenderanno dal comitato di investimento di Fare Venture (che include Lazio Venture e Innova Venture).
"Una soluzione per mitigare la debolezza italiana"
"Ma - aggiunge Ciampalini - il fondo parallelo è lo strumento maggiormente richiesto, perchè molti dei fondi che hanno fatto domanda su Lazio Venture operano in tutta Italia e non solo". Al di là degli strumenti, "saranno privilegiati quei fondi che più di altri dimostreranno di essere in grado di fare buoni investimenti nell'ambito di una strategia chiara e credibile per il Lazio". La regione si è riservata, allo stesso tempo, anche la possibilità di investire direttamente nel capitale delle startup. Lo farà con i 24 milioni destinati ad una nuova società: Innova Venture.
Il fondo dei fondi può essere quindi una soluzione per mitigare la storica debolezza italiana nel mercato del capitale di rischio? "Pensiamo che il pubblico possa fare molto per incentivare nuovi operatori privati a investire nelle startup", afferma Ciampalini. "I benefici che con Lazio Venture, ma anche con Innova Venture, garantiamo in termini di ripartizione asimmetrica dei profitti (ovvero il fatto che Lazio Innova rinunci a una parte dei suoi profitti a vantaggio degli altri investitori) e di contributo a fondo perduto per la copertura del 50% dei costi di scouting sostenuti dai gestori dei fondi vanno certamente in questa direzione".
Manzella: "Vogliamo evitare la sindrome 'Smetto quando voglio'"
"Il Lazio ha in piccolo molti dei problemi italiani: università spesso ancora troppo lontane dal mondo dell'impresa, poco capitale di rischio e pochi operatori specializzati in questo settore, un dialogo ancora incompleto tra startup e grande impresa innovativa. Penso che il Fondo dei Fondi aggredisca alcuni di questi nodi. Non so se li sciolga tutti. Sicuramente contribuisce a farlo". Lo afferma Gian Paolo Manzella, consigliere regionale in quota Pd e promotore di Lazio Innova, la società a controllo pubblico nata per sostenere l'innovazione sul territorio.
Da una costola di Lazio Innova è nato Lazio Venture, fondo da 56 milioni che punta a stimolare gli investimenti nelle startup locali. Il consigliere Pd della Regione Lazio cita 'Smetto quando vogliò, il film di Sydney Sibilia, ambientato a Roma, in cui un gruppo di ricercatori delusi dall'Università inizia a produrre e trafficare stupefacenti. "È una storia che parla del talento incompreso che c'è in questa città. Ecco, questo fondo è un pezzo della politica che vogliamo mettere in piedi per far sì che questi ragazzi, in certi casi veri e propri geni, possano usare il loro talento".
Roma Startup: "Il modello è Israele"
"Lo strumento del fondo di fondi è un pezzo fondamentale sulla scacchiera perchè dice esplicitamente ai venturecapital di venire ad operare qui, a Roma. È un'idea che abbiamo mutuato da Israele". Gianmarco Carnovale, presidente di Roma Startup, non nasconde il suo entusiasmo per il fondo dei fondi Lazio Venture istituito dalla regione. Un'azione che "si innesta sulla serie di altri strumenti concordati con l'assessore Fabiani e messi in campo da Lazio Innova. Tra questi ricordo il grant per il micro-seed, il fondo di coinvestimento diretto, il rimborso dell'irap e i fondi di co-finanziamento per gli eventi".
Roma Startup è stata tra le associazioni coinvolte nella fase di elaborazione della strategia per far crescere il mercato degli investimenti regionali. "È noto che ci vogliano circa 20 anni a costruire una startup city matura da zero e Roma è ormai al settimo anno del suo percorso, in ritardo di quindici anni rispetto alle altre grandi città europee ma unica nel Paese ad avere una strategia definita in tal senso".