Roma - L'Italia conta oltre quattro milioni di edifici che dovrebbero essere abbattuti e ricostruiti secondo i nuovi criteri di sostenibilità ed estetica. A sostenerlo è Stefano Boeri, archistar pluripremiata per il suo innovativo Bosco Verticale di Milano, secondo cui "oltre a rendere più belle le città, l'intervento risolleverebbe il settore dell'edilizia, dell'architettura e dell'arredamento" oggi in profonda crisi. "Siamo all'interno di un trend negativo - spiega all'AGI Boeri - Fatta eccezione di qualche segnale di ripresa tra Roma, Milano e il Nord Est, nel resto d'Italia si costruisce molto poco".
A questa prima causa di crisi del settore si unisce una seconda più strutturale legata "all'altissimo, quasi sproporzionato numero degli architetti rispetto alla domanda". Il 10% degli architetti del mondo è, infatti, italiano. E la maggior parte di loro vuole lavorare all'interno dei confini italiani. Niente di più sbagliato, spiega l'archistar. In questo contesto il segreto per la sopravvivenza è solo uno: "avere il coraggio di muoversi " sostiene Boeri. "Il mondo intero è terreno di progettazione, un architetto italiano capace è molto apprezzato. Girando il mondo incontro giovani architetti italiani molto affermati e stimati in Cina come nei Paesi arabi e negli Stati Uniti ".
E il consiglio vale per il singolo professionista come per il governo: "l'architettura italiana è un bene oggi esportabile con successo, pero' va fatto con gli istituti di cultura, di commercio". Se da un lato Boeri consiglia di partire, dall'altro ammonisce: "è necessario continuare ad avere fiducia nel luogo di origine". "è importante - spiega l'archistar - non perdere mai il contatto con il proprio territorio o luogo di origine, sia esso una grande città o un paesino. E' il primo fondamentale luogo di lavoro, magari all'inizio si progettano piccole cose, ma quando si torna, con le spalle più larghe, si può prendere parte a lavori più importanti".
Troppi professionisti, una concorrenza spietata e committenti in difficoltà economiche che tirano sul prezzo hanno prodotto una miscela letale. "Purtroppo non esiste una parcella minima, una linea di demarcazione rigida, perchè il mercato è diverso e il costo del lavoro cambia da città e città. è necessario impostare con i committenti un rapporto economico molta lucido in cui non bisogna mai cedere al sottoprezzo, ma allo stesso tempo non bisogna andare fuori mercato. Si tratta di un'oscillazione molto delicata, e non sempre l'Ordine è in grado di andare in supporto. La conseguenza è che il professionista si ritrova solo". (AGI)
(28 gennaio 2016)