Roma - "Contiamo di avere approvata la Sen tra la fine di aprile e gli inizi di maggio. Faremo un decreto per i provvedimenti piu' urgenti, gli energivori e il corridoio di liquidita'". Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, a margine dell'incontro 'Going to G7 Energy'.
La Strategia energetica nazionale (Sen), ha aggiunto, "deve essere un progetto condiviso, e' necessario fare scelte di lungo periodo ma poi le cose devono essere attuate immediatamente. E' l'impegno piu' grande che ho da qui a sei mesi. E' molto importante che il dibattito venga fatto ad alti livelli ma anche a livelli piu' bassi. Se noi decidessimo un approccio ideologico questo Paese perderebbe la sfida della competitivita'". Per il ministro infatti la questione energetica "e' un pezzo importante dell'industria. Se perdiamo questa occasione, perdiamo un'occasione straordinaria".
Per Calenda ci sono tre capisaldi: il piano straordinario per il made in Italy in vigore da tre anni, il progetto Industria 4.0 e ora l'energia su cui si concentreranno i prossimi sforzi. "Oggi - ha spiegato - l'energia e' totalmente un settore di politica industriale: sono driver di crescita e di sviluppo sempre piu' rilevanti. La politica energetica e la Sen hanno un valore assimilabile all'innovazione". Insomma le politiche energetiche non vogliono essere attuate come in precedenza solo per mettere le imprese in condizioni di competere.
Quanto alla carbon tax, il ministro la esclude a livello europeo ma non a livello nazionale: "Una carbon tax a livello europeo no, e la ragione per cui non si fa una carbon tax a livello europeo e' perche' la Germania non la vuole. Come ho gia' detto alle commissioni noi abbiamo oggi uno strumento, il capacity market, che deve qualificare in modo significativo la generazione e metterla in sicurezza (abbiamo avuto un decommissioning troppo elevato), se questo non bastasse potremmo considerare di fare un provvedimento a livello nazionale".
Tornando alla Sen, Calenda ha sottolineato che i capisaldi sono tre e sono "molto sfidanti": "raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 che derivano dai trattati internazionali, sicurezza degli approvvigionamenti e della rete, e lavorare sull'efficienza". Gli obiettivi di riduzione delle emissioni, probabilmente, ha evidenziato il ministro, "si raggiungono lavorando sull'efficienza energetica piu' che incentivando le rinnovabili. Su questo tema degli incentivi alle rinnovabili la scelta fatta nel passato, ha spiegato Calenda, "e' stata dissennata non perche' e' sbagliato investire sulle rinnovabili ma perche' e' sbagliato trasformare l'investimento in rinnovabile in una pura speculazione finanziaria, come e' stato per molti anni, con tassi di ritorno che non sono umani. E poi se gli oneri delle rinnovabili li sposti sulle industrie compi il delitto perfetto". Proprio per questo, ha proseguito Calenda "gli investimenti predominanti saranno sull'efficienza energetica rispetto alle rinnovabili, anche perche' le rinnovabili vanno sempre piu' verso la parita' per cui ci vogliono meno incentivi".
Lavorare sull'efficienza energetica, vuol dire "inserirsi in ogni aspetto della vita ed e' molto trasversale. Vuol dire ad esempio lavorare sull'edilizia, sulla ristrutturazione e sulla ricostruzione di edifici secondo canoni molto piu' stringenti rispetto a quelli fatti finora; vuol dire anche lavorare sul parco delle auto. Tutti questi - ha detto ancora Calenda - sono driver di crescita che non sono la vecchia concezione della politica energetica, che era 'voglio pagare il meno possibile in modo che il mio prodotto esca a un prezzo piu' basso'. E' una componente importante, c'e' ovviamente da lavorare sui prezzi, ma dobbiamo andare molto oltre. E' un settore industriale a tutti gli effetti quanto l'innovazione".
Infine c'e' il problema della sicurezza degli approvvigionamenti, altro tema "molto rilevante": "Dobbiamo designare una strategia di forniture molto bilanciata sia in termini di mercati di provenienza che di flessibilita'". Da questo punto di vista il Tap, "e' fondamentale". Secondo Calenda il gasdotto che dalla frontiera greco-turca attraversera' Grecia e Albania per arrivare in Italia, nella provincia di Lecce, per permettere l'afflusso di gas proveniente da Mar Caspio in Italia e in Europa, "e' un caso emblematico: e' incredibile che 8 chilometri di gasdotto diventino un problema geopolitico. Siamo in una fase cruciale, speriamo bene". Calenda ha detto ancora che "le dimensioni sono, 1 metro e mezzo di diametro, che passa ben sotto la spiaggia. E' una storia incredibile. A Baku ho subito la piu' grande umiliazione della mia vita", ha concluso. "Albania e Grecia, non la Germania, avevano tutti i pallini verdi mentre l'Italia, tranne le autorizzazioni a livello centrale, aveva tutti i pallini rossi".