Pechino - Le nuove linee politiche del governo cinese e le possibilita' di investimento nel settore dello shale gas, preziosa risorsa energetica non convenzionale che si ricava dai sedimenti di scisti argillosa contenuti nel sottosuolo e di cui la Cina e' ricca, saranno al centro del prossimo Shale Gas Summit, che si terra' al Jianguo Hotel di Shanghai tra il 17 e il 19 ottobre. Giunto alla sesta edizione, lo Shale Gas Summit di quest'anno prendera' in esame le possibilita' di sviluppo di questa risorsa sia per i gruppi cinesi che per gli investitori stranieri alla luce delle nuove linee guida emesse dal governo cinese e dell'attuale situazione di mercato, dominato dai bassi prezzi del greggio.
Lo shale gas, il gas da scisti, e' stato, proprio nelle scorse settimane, al centro dell'azione del governo cinese, che prevede, nuovi sussidi e investimenti massicci in questa risorsa. Oltre al tredicesimo piano quinquennale sullo shale gas per il periodo 2016-2020, redatto dal Ministero per la Terra e le Risorse cinese, il governo prevede l'accelerazione e l'ottimizzazione del processo di aggiudicazione dei blocchi da cui estrarre lo shale gas, secondo quanto stabilito il 30 settembre scorso, e la promozione della ricerca teorica e tecnologica sullo sviluppo dei giacimenti presenti sul territorio cinese. Lo shale gas e le risorse energetiche non convenzionali sono al centro anche dello "Shale Development Plan" per gli anni tra il 2016 e il 2020, messo a punto dalla National Energy Administration (Nea) l'ente di regolamentazione del settore energetico in Cina, in cui lo shale gas viene definito come una delle maggiori industrie di energia pulita a livello nazionale.
I piani per lo sviluppo delle tecnologie di estrazione di shale gas e shale oil (il petrolio da scisti) sono poi contenute nell'Energy Tech Innovation Plan per il periodo 2016-2030, emesso dalla Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme, l'agenzia di panificazione economica del governo cinese, e dalla stessa Nea. La mancanza di attrezzature adeguate per le asperita' del sottosuolo rimane a tutt'oggi uno dei piu' grossi scogli per lo sviluppo di questa risorsa in Cina: nel 2015, secondo gli ultimi dati forniti dal governo a fine settembre, la produzione ha raggiunto quota 4,5 miliardi di metri cubi, una cifra in forte crescita rispetto al passato, ma ancora molto bassa rispetto al totale delle riserve esplorabili contenute nel sottosuolo cinese, stimate, oggi, a quota 21800 miliardi di metri cubi.
Il summit e' organizzato dal think-tank specialistico Energy China Forum, dallo Shanghai United Institute for Unconventional Resources e dallo Shanghai Energy Economy Committee, con il supporto della Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme, della National Energy Administration e del Ministero per la Terra e le Risorse cinese. Sponsor del summit sono i tre giganti dell'Oil & Gas cinese: China National Petroleum Corporation (Cnpc) Sinopec e China National Offshore Oil Corporation (Cnooc).
Al forum saranno presenti, oltre a numerosi ospiti stranieri, il vice direttore della National energy administration, Li Fanrong, e Zhang Yousheng, direttore del Centro economico per la ricerca energetica della Commissione nazionale per lo sviluppo e le riforme, oltre a tecnici provenienti dal mondo della ricerca nell'energia, come Zhai Gangyi, project director del National Shale Gas Major Technology Project, o Wang Weiguo, vice direttore della China Petroleum Pipeline Bureau. Tra i temi che verrano toccati durante il summit sullo shale gas di Shanghai ci sono quelli relativi alle politiche messe in atto da Pechino sugli investimenti nel settore, le opportunita' per le partnership tra gruppi cinesi o con partner stranieri nello sviluppo di shale gas, il finanziamento dei progetti, con particolare attenzione all'attuale periodo di bassi prezzi sui mercati del greggio, oltre a temi piu' strettamente legati al profilo industriale e tecnico e agli aspetti legali dello sviluppo di shale gas in Cina. Un cenno verra' anche dedicato anche alle opportunita' di investimento sotto l'iniziativa di sviluppo infrastrutturale tra Asia ed Europa lanciata dalla Cina, nota come "One Belt, One Road". (AGI)