(AGI) - Milano, 4 feb. - Il ricorso depositato al Tar del Lazio contro la riforma delle banche popolari da diversi gruppi di piccoli azionisti, che sara' discusso nel merito il 10 febbraio, "ha buone probabilita' di ottenere una decisione favorevole". Lo sostiene Fausto Capelli, il legale che si e' occupato di uno dei ricorsi, quello presentato dall'economista Marco Vitale. Se cosi' sara', "gli effetti del provvedimento sarebbero sospesi" fino alla pronuncia della Corte costituzionale, che potrebbe pero' arrivare - ha spiegato l'avvocato intervenendo alla presentazione del libro 'Banche popolari, credito cooperativo, economia reale e costituzione' - "entro l'autunno", vista l'urgenza della materia.
La prossima settimana, ha chiarito Capelli, il Tar non si pronuncera' sulla costituzionalita' del decreto legge che ha imposto ai maggiori istituti popolari di cambiare lo statuto entro fine anno, ma si limitera' a stabilire "se le eccezioni siano manifestamente infondate" e quindi se inviare o meno le carte alla Consulta. L'attesa e' che, dopo la discussione nel merito, la decisione arrivi l'11 o il 12 febbraio. Nessun effetto retroattivo, comunque, e' atteso per Ubi Banca e Veneto Banca (gli unici istituti ad avere gia' approvato la trasformazione in spa), considerato che in assemblea il voto favorevole e' stato quasi unanime.
I profili di incostituzionalita' individuati nel ricorso di Capelli vanno dalla scelta di procedere per decreto legge ("Dov'era l'urgenza se a distanza di un anno il provvedimento non e' stato ancora applicato?", ha sottolineato) al conferimento di potere legislativo alla Banca d'Italia tramite l'emissione dei decreti attuativi, fino alla violazione del principio di liberta' dell'iniziativa economica privata. Si contesta inoltre la presunta espropriazione di un diritto, vale a dire quello legato al voto capitario, nonche' la violazione del principio di proporzionalita'. (AGI)
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