(AGI) - Roma, 23 giu. - L'Italia e' sesta al mondo per "disponibilita' di acqua" secondo il Food Sustainability Index (FSI), eppure continuiamo a consumarne una quantita' molto ingente. A livello mondiale ci sono 1,4 miliardi di chilometri cubi di acqua, ma solo lo 0,001% del totale e' effettivamente disponibile per l'utilizzo dell'uomo. Tra agricoltura, industrie e famiglie, e' il settore agricolo a consumare piu' acqua. In media il 70% del prelievo totale di acqua dolce e' destinato all'irrigazione, mentre l'industria ne consuma il 22% e il restante 8% e' dedicato all'uso domestico. Ogni secondo, il pianeta consuma l'acqua necessaria a riempire 131 piscine olimpioniche, con un'impronta idrica media pro capite pari a 3.405 litri al giorno.
In Italia, la disponibilita' di acqua e' molto elevata, ma dobbiamo migliorare l'efficienza della gestione delle risorse idriche e lavorare sulla nostra domanda di acqua, attraverso un consumo di cibo piu' sostenibile. Oggi, infatti nel nostro Paese, in media il consumo pro capite al giorno di acqua e' di 6.115 litri registrando un +25% rispetto alla media europea. E' questa la fotografia scattata dalla Fondazione Barilla for Food & Nutrition.
Inoltre, all'incirca nel 27% del totale l'acqua in Italia si perde tra il prelievo e l'effettiva erogazione senza particolari distinzioni lungo tutto lo Stivale (passando dal 23% del Nord al 30% del Sud e delle Isole) e pone, purtroppo, anche stavolta, l'Italia nelle posizioni di vertice nella classifica dei Paesi europei che consumano piu' acqua. La maggior parte dell'impronta idrica degli italiani proviene pero' da altri paesi, attraverso l'importazione di prodotti alimentari molto esigenti dal punto di vista idrico (ad esempio, prodotti di origine animale). Anche il Food Sustainability Index pone l'Italia per "impronta idrica" all'11� posto dell'Indice. La maglia nera dell'impronta idrica se la dividono 5 Paesi molto grandi e popolosi: Indonesia, Brasile, Usa, Cina e India, a riprova della necessita' di dare priorita' a questo tema.
A contare non e' soltanto la quantita' di acqua virtuale contenuta negli alimenti, ma il tipo di acqua che e' stata utilizzata per produrla (se piovana o irrigua) e da quale Paese del mondo e' stato effettuato il prelievo. Le nostre scelte alimentari potrebbero abbassare, fino a 2000 litri pro capite, il nostro impatto idrico quotidiano. "Abbiamo la fortuna di vivere in un Paese dove si registra una disponibilita' di acqua tra le maggiori al mondo anche se tale disponibilita' non e' omogenea nel territorio nazionale, con ampie disponibilita' al Nord e percentuali piu' ridotte nel resto del territorio. Con un'impronta idrica tra le piu' elevate in Europa (oltre il 25% in piu' della media UE) e nel mondo (oltre il 66% in piu' della media mondiale), e' fondamentale sensibilizzare l'opinione pubblica, ma anche media e altri stakeholder sull'importanza delle nostre scelte individuali perche' queste si', possono fare la differenza per il benessere del pianeta. Adottare la Dieta Mediterranea, privilegiare prodotti di stagione e seguire una dieta variegata e bilanciata, e' il primo passo che ognuno di noi puo' compiere nella vita quotidiana per un piu' sostenibile consumo di risorse idriche. Non solo in Italia ma nel mondo, perche' ogni volta che il cibo viene importato, si importa anche l'acqua contenuta in esso", spiega Marta Antonelli, Research Programme Manager della Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition. (AGI)
Bru