Roma - Sottoscritto dopo 14 mesi di trattativa l'accordo di rinnovo del contratto nazionale artigianato area alimentazione e panificazione, che interessa circa 80mila lavoratori. L'intesa e' stata raggiunta da Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil, Confartigianato, Cna, Casa e Claai. Previsto un incremento economico del 3,5% pari a 55 euro a regime per il settore artigiano e di 80 euro per le aziende non artigiane fino a 15 dipendenti ed un'una tantum di 150 euro per entrambi i settori. Dal punto di vista normativo, molteplici novita' come il rilancio dell'Osservatorio di settore con il monitoraggio degli appalti e sugli investimenti industria 4.0.; la concreta facolta' di utilizzo di un pacchetto retribuito di 32 ore per la formazione continua oltre alla possibilita' di utilizzare le 150 ore previste per la formazione, anche per corsi di lingua italiana per i lavoratori stranieri. Sul versante del welfare, miglioramenti nei permessi per i congedi parentali. Sul mercato del lavoro, e' stato regolamentato un nuovo articolo relativo al reinserimento al lavoro di persone svantaggiate. I sindacati hanno inoltre ottenuto l'indennita' di trasferta per i lavoratori della panificazione.
L'accordo - dichiara Ivana Galli, Segretaria Generale Flai Cgil nazionale - segna un importante tassello dei rinnovi contrattuali di questi mesi per la nostra categoria e non solo". "Esprimiamo soddisfazione per un rinnovo triennale, che e' il primo siglato dopo le nuove regole sul modello contrattuale sottoscritte da Cgil, Cisl e Uil. L'incremento economico del 3,5% - spiega Galli - non e' legato ad alcun indicatore variabile e quindi non sono previste verifiche nella vigenza contrattuale, un aspetto che noi consideriamo molto importante e che rappresenta una certezza per i lavoratori". "Complessivamente - conclude Ivana Galli - in una stagione di rinnovi che non e' certo facile, un rinnovo come quello siglato in queste ore rafforza il potere d'acquisto dei lavoratori e dimostra come in settori caratterizzati da dinamicita' e qualita' del processo produttivo, frutto anche del contributo dei lavoratori, ci siamo margini di redditivita' da redistribuire attraverso la contrattazione".