Roma - Otto banche in bilico prima durante e dopo il referendum. Una grande, Monte dei Paschi di Siena; tre medie, Carige, Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Poi le quattro piccole già 'salvate' Banca Etruria, CariChieti, Banca delle Marche e Cariferrara per le quali il percorso non si è concluso.
Su queste otto, aleggia l'ombra dell'aumento di capitale da 13 miliardi di euro che Unicredit dovrebbe lanciare verso gennaio-febbraio 2017 nell'ambito di un piano industriale da circa 20 miliardi, fra aumento di capitale e dismissioni di rami societari, che sarà sul tavolo del Cda lunedì 12.
Monte dei Paschi
Il referendum l'ha trovata a metà del guado: avviata la cessione di 27 miliardi di sofferenze, la conversione di obbligazioni in nuove azioni è andata in porto per circa un miliardo. Entro il 31 dicembre deve partire l'aumento di capitale per arrivare ai 5 miliardi necessari alla banca. Un aumento di capitale diventato indispensabile dopo che l'istituto senese non ha superato lo stress test della Bce. E la ricapitalizzazione deve avvenire entro il 31 dicembre. All'aumento dovrebbe partecipare, fra gli altri, il fondo di investimento Qia del Qatar, per un miliardo. E la sua partecipazione porterebbe altri nuovi soci per un altro miliardo. Le dimissioni di Renzi sono un'ottima scusa per frenare su un'operazione rischiosa. Per questo, i manager del Monte sono a Francoforte per trattare con la Bce su una dilazione dei tempi per evitare sia un intervento dello Stato che danni per i piccoli risparmiatori che hanno in mano titoli delal banca.
Carige
Ha registrato un risultato in rosso per 244 milioni di euro nei primi nove mesi e avviato la cessione degli Npl i non performing loans, in pratica i crediti concessi ma non rimborsati). Il valore da immettere sul mercato, alla fine, portebbe sfiorare il miliardo e mezzo di euro.
Popolare di Vicenza e Veneto Banca
Oggi Fabrizio Viola, ex di Mps, sarà nominato amministratore delegatodi Popolare di Vicenza per portare a compimento una fusione complessacon Veneto Banca. Tutte e due devono togliere dai bilanci circa 2 miliardi di euro di crediti inesigibili. L'incognita è sulla capacità di assorbimento del mercato e sulla capacità del fondo Atlante, socio unico dei due istituti che ha salvato, di trovare almeno un miliardo di euro di capitali. La vigilanza di Francoforte non ha mai escluso, negli incontri privati, soluzioni drastiche come la risoluzione di queste banche.
Banca Etruria, CariChieti, Banca delle Marche e CariFerrara
Salvate alla fine dell'anno scorso con la scoprorazione in bad e good bank, devono chiudere il cerchio. Dovrebbero finire tutte e quattro sotto Ubi Banca. Il piano prevede l'intervento del Fondo Atlante e del Fondo interbancario ed ha il placet della Bce. Anche qui c'è l'incognita ricapitalizzazion: Ubi dovrà trovare circa mezzo miliardo sul mercato. E come si è visto, l'elenco di richiedenti è lungo.