Roma - Le stime di previsione per la campagna olearia 2016/17 non lasciano presagire nulla di buono, difatti si toccherebbe un calo del 45%. Il Consorzio Nazionale degli Olivicoltori (CNO) e UNASCO, l'Unione Nazionale di Associazioni Coltivatori Olivicoli indicano una produzione in netto calo rispetto alla campagna precedente, una riduzione che supererebbe il 45% e che "nelle prossime settimane fino al completamento della raccolta, potrebbe peggiorare se le condizioni climatiche dovessero ostacolare le operazioni di raccolta e se le temperature, troppo miti, continueranno a favorire lo sviluppo di ulteriori generazioni di mosca".
La raccolta che sotto il profilo della maturazione avrebbe potuto attendere ancora qualche settimana, e' stata in molti casi anticipata per tutelare la qualita' del prodotto presente visto che il monitoraggio della mosca olearia continua ad indicare un po' ovunque un ampio superamento delle soglie di danno. I frantoi hanno cominciato ad aprire gia' nella seconda meta' di settembre e non solo nelle regioni, come la Sicilia,dove questa tempistica e' prassi e sono ormai in piena attivita' un po' ovunque.
Ci si attendeva una annata "di scarica". Una prima indagine compiuta a luglio da CNO e UNASCO aveva gia' evidenziato uno stato di carica degli oliveti decisamente contenuto rispetto alle piene potenzialita', come immediata conseguenza dell'abbondante produzione della campagna precedente.L'alternanza di produzione veniva additata dai tecnici quale principale responsabile del parziale stato di carica degli oliveti. In quel periodo di rilevazione, la fioritura veniva gia' segnalata come ostacolata da una primavera eccessivamente piovosa e risultava al di sotto delle aspettative, seguita da un'allegagione spesso scarsa. Le informazioni relative alle prime fasi della fruttificazione contribuivano a dipingere un quadro a tinte scure a causa degli attacchi precoci di mosca olearia che venivano gia' segnalati da piu' parti, insieme a quelli della tignola, troppo spesso sottovalutati dagli olivicoltori.
In molti casi, particolarmente nelle piccole aziende, a fronte di una produzione limitata e in parte se non del tutto compromessa, i produttori potrebbero rinunciare a raccogliere, scelta non razionale sotto il profilo tecnico ma assolutamente comprensibile sotto quello dei costi. Si ritiene dunque che a consuntivo la produzione dell'annata 2016/17 potrebbe risultare ulteriormente ribassata.
E' soprattutto il segno negativo della variazione percentuale nelle regioni meridionali maggiormente produttive che impatta fortemente sulla media nazionale. Calabria e Sicilia presentano produzioni piu' che dimezzate rispetto a quelle dell'anno precedente.
Con queste premesse, i mercati non potevano rimanere indifferenti. Dopo la fase stabile del periodo estivo, la quotazione media dell'extravergine nazionale e' andata progressivamente incrementando, durante tutto il mese di settembre, passando da 4,13 ?/kg (netto Iva) della fine di agosto agli attuali 4,4 ?/kg, con un incremento del 6,54%. Le prospettive non confortanti di questa campagna che la fanno fin troppo assomigliare alla 2014/15, da molti indicata come una delle peggiori degli ultimi 80 anni, tendono ad incrementare il valore degli stock e spingono i prezzi al rialzo.(AGI)