Roma - Il governo e' pronto a rivedere al ribasso le stime di crescita del Pil per il 2016 dall'1,2 (previsto nel Def presentato ad aprile) allo 0,9% ma non è escluso, alla luce della doccia fredda degli ultimi dati Istat, che alla fine l'anno si chiuda a quota 0,8%, in linea con il 2015. Per il 2017 il Pil dovrebbe fermarsi a quota 1,1-1,2% anziché all'1,4% precedentemente indicato. Sarebbe questo, secondo quanto riferiscono fonti governative, il nuovo quadro macroeconomico che l'esecutivo sta delineando nella Nota di aggiornamento al Def che sarà presentata entro il 27 settembre. Numeri ancora soggetti a limature.
La nuova stima per il 2016 sarebbe quindi inferiore alla crescita dell'1% indicata nelle slide presentate per i 30 mesi del Governo Renzi e in linea con quelle dei principali previsori. Il Fondo monetario internazionale, nell'aggiornamento delle previsioni condotto a luglio, indica una crescita dell'economia italiana dello 0,9% quest'anno e dell'1% il prossimo. La Banca d'Italia, nel suo ultimo Bollettino economico, lamenta un rallentamento della crescita, con un incremento del Pil stimato poco al di sotto dell'1% nel 2016 e attorno all'1% nel 2017. Mentre l'Ocse prevede un aumento del Pil dell'1% nel 2016 e dell'1,4% nel 2017.
Ad annunciare la revisione al ribasso delle previsioni di crescita è stato oggi il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. "L'economia italiana", ha detto, "sta crescendo non così velocemente come vorremmo vedere. Le previsioni di crescita saranno riviste al ribasso anche nei dati che il governo sta per rilasciare nell'aggiornamento al Def". E il premier, Matteo Renzi, ha confermato che le stime saranno inferiori al previsto. "Il governo non nasconde. Noi diciamo la verità, non barzellette", ha detto Renzi sottolineando che "i dati su Pil sono tornati positivi, ma non e' abbastanza, non vanno con la velocita' che vorremmo". D'altronde gli ultimi dati Istat hanno gelato le speranze dell'esecutivo di poter chiudere l'anno con una crescita del Pil intorno all'1%. La crescita e' rimasta zero nel secondo trimestre e l'atteso miglioramento non c'è stato. Le uniche note positive riguardano la revisione al rialzo (dallo 0,7% allo 0,8%) del dato su base annua e la crescita acquisita per quest'anno che passa dallo 0,6% allo 0,7%. Ma l'istituto di statistica ha già messo in guardia: "L'economia italiana ha interrotto la fase di crescita" e per i prossimi mesi è atteso "un proseguimento della fase di debolezza". (AGI)