Milano - Nell'ambito della cessione dei crediti in sofferenza, Mps ha previsto una ricapitalizzazione fino a un massimo di 5 miliardi di euro. Il consiglio di amministrazione di Mps ha approvato la cessione dell'intero portafoglio di crediti in sofferenza (27,7 miliardi lordi e 10,2 miliardi netti a fine marzo 2016). Il deconsolidamento dal bilancio dell'intero portafoglio di crediti in sofferenza avverrà attraverso la cessione ad un veicolo di cartolarizzazione ad un prezzo pari a 9,2 miliardi di euro, il 33% del valore lordo, e la successiva assegnazione della junior tranche agli azionisti di Mps. Quaestio Sgr, per conto del fondo Atlante , sottoscriverà le mezzanine notes per un importo pari a circa 1,6 miliardi.
Padoan, grande soddispazione per operazione di mercato
Mps assicura che l'assemblea chiamata ad approvare la cessione dei crediti deteriorati si riunirà tra ottobre e novembre, con l'obiettivo di completare l'aumento di capitale e il deconsolidamento del portafoglio crediti entro fine 2016.
Per quanto riguarda l'aumento di capitale, J.P. Morgan e Mediobanca con il ruolo di di Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners, e Banco Santander, BofA Merrill Lynch, Citigroup, Credit Suisse, Deutsche Bank, Goldman Sachs International, il ruolo di Co-Global Coordinators e Joint Bookrunners, hanno sottoscritto un accordo di pre-underwriting con l'impegno a sottoscrivere un accordo di garanzia per la sottoscrizione delle azioni di nuova emissione, eventualmente rimaste inoptate al termine dell'asta dei diritti inoptati per un ammontare massimo di 5 miliardi di euro.
L'operazione di cessione di npl e il successivo aumento di capitale da 5 miliardi di euro consente di arrivare a "una soluzione strutturale e definitiva" per l'attuale portafoglio in sofferenza. E' quanto ha affermato l'a.d. di Mps, Fabrizio Viola, nella conference call con gli analisti. La cessione dei crediti in sofferenza e l'aumento di capitale, si legge nella nota di Mps, permetterà di avere una "banca patrimonialmente solida e con un ridotto profilo di rischio", il tutto realizzato "attraverso un'operazione di mercato" che riconferma Mps "tra gli istituti leader del sistema bancario italiano". L'operazione, sottolinea la nota, è avvenuta "nel pieno rispetto delle richieste della Bce in termini di asset quality".
Mps ha chiuso il primo semestre con un utile di 302 milioni di euro, in calo dell'8,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il dato è superiore alle attese di mercato.
Alla fine del primo semestre 2016 il Cet1 di Mps era pari al 12,1%, mentre al 30 giugno la posizione di liquidita' operativa presentava un livello di counterbalancing capacity non impegnata pari a quasi 20,9 miliardi di euro, in miglioramento di quasi 2,5 miliardi rispetto ai valori registrati alla fine del primo trimestre.
"Si' certo è arrivato". Con queste poche parole il sindaco revisore di Banca Mps, Paolo Salvadori, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano se fosse arrivato il via libera dalla Bce sul piano presentato dalla banca. "Abbiamo esaminato tutto, ma c'era un altro piano, quello approvato dalla Bce solido". Lo ha detto il consigliere di amministrazione, Antonio Turicchi, rispondendo a chi gli chiedeva se il consiglio d'amministrazione avesse preso in esame anche la proposta presentata da Corrado Passera.
(AGI)