Roma - L'uscita dell'Italia dalla recessione è "lenta ed esitante": su di essa gravano le incognite dell'economia mondiale. Le riforme fatte si muovono nella giusta direzione ma non bastano: occorre fare di piu' per rilanciare gli investimenti e la produttività delle imprese, costruendo "un sentiero di crescita solido e stabile". Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, coglie l'occasione delle 'Considerazioni finali' per lanciare un monito sulla crescita economica: "Si deve, e si può, fare di più". Il numero uno di via Nazionale riconosce la bontà di quanto fatto dal governo soprattutto sul fronte dell'occupazione, aumentata piu' del previsto grazie agli sgravi contributivi e al Jobs act. Riconosce anche i progressi realizzati dal sistema produttivo e sottolinea il ruolo importante giocato dalla politica espansiva della Bce, senza la quale il Pil sarebbe cresciuto almeno mezzo punto percentuale in meno in tre anni.
Galà di Bankitalia, eleganza e obrità
Ma non può fare a meno di osservare che l'uscita dalla lunga crisi avviene "lentamente, con esitazione" e che "la ripresa è ancora da consolidare". Come dimostrano anche i dati Istat, con il Pil in crescita dello 0,3% su base congiunturale e dell'1% su base tendenziale nel I trimestre dell'anno. Nella ricetta del governatore spiccano il rilancio degli investimenti e il taglio del cuneo fiscale che grava sul costo del lavoro. "L'obiettivo di innalzare la capacità di crescita dell'economia", scandisce Visco, "è imprescindibile. Sia nella sua dimensione quantitativa sia sul piano qualitativo, il tasso di crescita potenziale non è un dato immutabile, replica di deludenti andamenti passati: può essere stimolato con misure appropriate, dipende dalle decisioni di accumulazione, dai meccanismi di allocazione delle risorse". In tale contesto, è forte il richiamo alla lotta contro la corruzione: "La legalità", dice, "è condizione cruciale per lo sviluppo". Nelle parole del governatore si coglie quindi un'ombra in merito allo stato dei conti pubblici. A preoccupare è il debito, fortemente cresciuto in questi anni proprio a causa della crisi. "L'evoluzione del contesto macroeconomico", rimarca Visco, "rischia di ostacolare" l'obiettivo di una sua riduzione nel 2016. Di qui la necessità di "uno stretto controllo dei conti pubblici e la realizzazione del programma di privatizzazioni". Le riforme e gli interventi stanno sicuramente aiutando invece il settore bancario. Da soli però gli interventi normativi non bastano: "Un recupero", avverte, "passa necessariamente attraverso un aumento dell'efficienza, un contenimento dei costi, un ampliamento delle fonti di ricavo; mirate operazioni di aggregazione, condotte secondo logiche strettamente industriali, possono stimolare e favorire questo processo", conclude Visco.
Visco "bene riforma Popolari, ora attuare quella della Bcc"
OCCUPAZIONE MEGLIO DEL PREVISTO
Sgravi contributivi e Jobs act hanno fatto crescere l'occupazione piu' del previsto. Lo riconosce il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, nelle sue Considerazioni Finali. "La domanda di lavoro - dice Visco - è tornata a crescere a un ritmo superiore alle attese di un anno fa, interessando aree, settori e categorie di lavoratori esclusi dai segnali di ripresa del 2014. Vi hanno influito la nuova disciplina dei rapporti di lavoro e, in misura a oggi piu' ampia, gli sgravi contributivi". Il governatore rivela come l'espansione dell'occupazione si sia "estesa alle assunzioni a tempo indeterminato" e abbia "riguardato anche il Mezzogiorno". Eppure non si può affatto cantare vittoria perchè "la disoccupazione resta troppo alta". Il suo progressivo riassorbimento, spiega il numero uno di Bankitalia, è essenziale per offrire adeguate condizioni di vita ai cittadini e servirà anche per riportare l'inflazione su valori in linea con la stabilità dei prezzi. "I guadagni di occupazione, insiste comunque Visco, potranno essere ampliati solo "se si consoliderà la ripresa della domanda interna".
BANCHE, SOFFERENZA A PUNTO DI SVOLTA
L'andamento delle sofferenze bancarie è giunto "a un punto di svolta". Il giudizio è del governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, secondo cui, "nel complesso, le preoccupazioni sulla qualità degli attivi delle banche italiane devono essere prese in seria considerazione, senza sovrastimare però l'entità del problema". Anche perchè, con il miglioramento della situazione economica, la situazione sta migliorando.
"I crediti deteriorati", sottolinea il numero uno di Palazzo Koch, nelle sue 'Considerazioni finali', sono soprattutto il lascito della lunga e profonda recessione. Siamo ora a un punto di svolta. La moderata ripresa economica in atto dallo scorso anno si sta riflettendo in un calo significativo del flusso di nuovi crediti deteriorati; nel 2015 essi sono stati pari al 3,7% del totale dei prestiti, contro il 4,9% del 2014; per il flusso delle famiglie è ridisceso sui livelli pre-crisi. La tendenza alla normalizzazione sta proseguendo".
NO MURI IN EUROPA
Il benessere e la sicurezza dei cittadini europei sono "beni primari" ma non si realizzano con la costruzione di muri. Il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, sostiene che "il tentativo di garantirli dando alle sfide globali risposte frammentate, di tenere le minacce fuori dell'uscio di casa tornando a erigere barriere nazionali ha ben poche probabilità di riuscita; causa danni certi e ingenti". Il numero uno di via Nazionale richiama le parole di un grande europeista come Altiero Spinelli morto trenta anni fa, auspicando "un'unione che riparta dai valori fondamentali del progetto europeo. Pace, libertà uguaglianza, promozione del benessere".
E invece in questi anni la costruzione europea appare "irregolare, incompleta" a causa della crisi economica ma anche delle tensioni geopolitiche e dell'emergenza migranti che hanno fatto "risorgere nei sentimenti di molti cittadini europei, talora nei governi che li interpretano, timori e pregiudizi che si credevano sepolti".
Il successo concreto dell'unione monetaria, bancaria e dei mercati dei capitali, "la stessa prospettiva di una politica di bilancio comune richiedono - a parere di Visco - di compiere un salto di qualità. Trovando unità su materie fondamentali per la definizione di una cittadinanza condivisa, come la sicurezza interna e la gestione dell'immigrazione, sarà meno arduo procedere nella costruzione di un'autentica unione economica e monetaria"
(AGI)