Roma - "Dopo il calo di gennaio ed il recupero di febbraio, a marzo le vendite lanciano l'ennesimo segnale contraddittorio, rallentando sul mese precedente ma mostrando una crescita moderata rispetto al 2015. Dati altalenanti che dimostrano una sola cosa: ci troviamo ancora in una fase di incertezza, che non permette alla ripresa dei consumi di prendere forza". Cosi' Confesercenti commenta i dati sulle vendite di marzo, diffusi oggi dall'Istat. "La crescita delle vendite sull'anno", si legge in una nota, "e' ferma all'1,9%, una variazione ancora troppo modesta. Con questi ritmi, ci vorranno fino a cinque anni per tornare ai livelli del 2009. Oltre che debole, poi, la ripresa continua ad avere due velocita': nel primo trimestre si allarga il gap tra le vendite della grande distribuzione, che aumentano del 2,3%, mentre le piccole superfici rimangono inchiodate allo zero virgola (+0,4%). Troppo poco per recuperare quanto perso durante la crisi e fermare l'emorragia di imprese: nei primi quattro mesi del 2016 sono sparite altre 4.300 pmi del commercio al dettaglio in sede fissa, piu' di mille al mese. Uno scenario preoccupante, soprattutto se si considerano che i segnali di maggiore disponibilita' al consumo delle famiglie e l'attuale quadro di bassa inflazione - che non durera' per sempre - dovrebbero favorire una ripartenza piu' veloce dei consumi. Non si puo' piu' rimandare, dunque, un intervento coraggioso: riteniamo sempre piu' urgente procedere al taglio dell'Iperf, per restituire un po' di ossigeno alle famiglie e aiutare la ripartenza della spesa a prendere finalmente l'abbrivio necessario a mettere la parola fine a questa lunga crisi". (AGI)