(AGI) - Pechino, 21 mar. - Nel panorama industriale cinese, su cui grava il peso dell'overcapacity e della bassa efficenza, la tecnologia italiana puo' avere un ruolo importante nel percorso di ammodernamento dei prossimi anni. E' l'opinione di Andrea Matta, docente di Ingegneria Industriale presso la Jiao Tong University di Shanghai e per il secondo anno consecutivo nella classifica dei ricercatori universitari piu' citati in Cina nel suo settore compilata dalla prestigiosa rivista Elsevier, unico straniero in una lista composta esclusivamente da nomi cinesi.
Matta traccia un panorama dei problemi del comparto industriale cinese. "L'efficienza e' ancora bassa, per diversi motivi - spiega ad Agi - spesso per motivi organizzativi, e nell'industria anche per il parco tecnologico un po' datato che la Cina ha a disposizione". I sistemi produttivi cinesi soffrono ancora di una bassa efficienza, soprattutto se paragonati a quelli europei. "Sono abituati a volumi alti su larga scala e quindi non riescono a gestire i volumi piu' bassi e i cambi prodotto. In Europa abbiamo linee di produzione che sono molto piu' flessibili". La situazione si inserisce nel quadro della overcapacity di cui soffrono molti settori dell'industria cinese, oggi nel mirino delle riforme e al centro delle trasformazioni previste nel nuovo piano quinquennale, che sara' la linea guida dello sviluppo fino al 2020.
Il quadro complessivo necessita un intervento per porre rimedio, spiega Matta. Difficile capire in che direzione si andra', ma sicuramente il risultato sara' caratterizzato, continua il docente italiano, da "volumi produttivi piu' bassi e un parco tecnologico diverso". L'Italia "e' uno dei Paesi piu' avvantaggiati, perche' e' quella che fornisce tecnologie per la produzione ad alto livello e perche' siamo bravi nei prodotti complessi. La gran parte del mercato e' spesso lasciata ai tedeschi, che non entrano, pero', nei prodotti difficili e qui si inseriscono gli italiani che inventano soluzioni tecnologiche adatte per occupare questa fetta di mercato lasciata dalle grandi aziende. Parliamo di prodotti ad alta complessita', a bassi volumi di produzione".
Per affermarsi, l'Italia deve, pero', promuovere maggiormente le proprie eccellenze. "Dobbiamo promuovere di piu', perche' la Cina vede la Germania, al momento, come Paese industriale, prima di scoprire che siamo piu' flessibili e i nostri prodotti piu' convenienti". Alle aziende che vogliono investire in Cina, Matta offre un consiglio. "La Cina e' non piu' un Paese per delocalizzare - conclude Matta - Il mio consiglio e' di venire qui per il mercato cinese e non produrre qui e poi spedire in Europa. Quello che posso consigliare e' anche di appoggiarsi alle istituzioni: andare da soli, sparpagliati, nel territorio cinese, e' un po' un bagno di sangue". (AGI)
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