(AGI) - Roma, 11 mar. - In tal senso, spiega ancora il presidente di Confagricoltura, "la fase gestionale del contingente e la revisione intermedia rappresentano l'ultima opportunita' che il Governo non deve farsi sfuggire. Piu' in generale, vi sono specifici comparti produttivi - secondo il presidente della Confagricoltura - che soffrono a causa degli accordi internazionali anziche' beneficiarne, come sarebbe auspicabile in una logica win win di mutuo vantaggio. Nel definire le intese bilaterali bisogna stare attenti alle modalita' applicative e a come si esplicano taluni meccanismi (dalle regole di origine ai prezzi dichiarati in dogana) che rischiano di alterare gli effetti delle concessioni".
In sintesi, osserva Guidi, "occorrerebbe una seria analisi di impatto sugli effetti delle concessioni gia' accordate e su quelle in corso di negoziazione rispetto alla competitivita' della nostra agricoltura. Inoltre vanno attivate da subito le clausole di salvaguardia, a partire da quella richiesta dal Mipaaf, e vanno imposte le regole di vera reciprocita' negli scambi e norme di importazione nel territorio comunitario che impediscano, con blocchi immediati e misure accurate di prevenzione, l'introduzione di materiali infetti pericolosi dal punto di vista fitosanitario".
E sempre parlando delle carenze dell'Unione Europea, Guidi lamenta la debolezza di Bruxelles che rischia di avere effetti perversi nel negoziato Ttip (Transatlantic Trade and Investment Partnership, l'accordo commerciale di libero scambio tra Usa e Ue) con gli Stati Uniti". "I nostri marchi Dop e Igp certamente non sono adeguatamente tutelati ma il problema e' ben piu' serio perche' e' finita la Pac (politica agricola comune) E, di fatto, l'Unione Europea ha rinunciato a governare l'agricoltura comunitaria. Una Europa divisa e distratta da tanti altri problemi certamente non meno importanti come le migrazioni - spiega Guidi - non e' all'altezza di trattare con gli Stati Uniti al tavolo del Ttip che potrebbe essere una grandissima opportunita' aprendo un mercato da 500 milioni di persone. Temo che non ci sia il coraggio di andare a negoziare con il coraggio di saper dire anche di no".
Il presidente della Confagricoltura chiede anche un maggiore impegno al nostro Governo: "Bisogna fare di piu', occorre agire come fanno i nostri partner con una pressione puntuale e continua in difesa dei nostri interessi nazionali. Non ci possiamo limitare alle lamentele verso un'Europa 'matrigna' a cui diamo un fiume di soldi e poi non facciamo nulla per farne parte". (AGI)
Lda