(AGI) - Roma, 4 mar. - Pizza napoletana, candidata a patrimonio culturale immateriale dell'Italia. A non solo: vi e' anche la candidatura del pesto alla genovese come "un giusto riconoscimento per una tradizione conservata nel tempo da intere generazioni che deve rappresentare anche una difesa nei confronti delle troppe imitazioni, a tutela del basilico genovese a denominazione di origine (Dop)". Mentre e' da poco stato dato il via libera all'iscrizione della vite ad alberello di uve Zibibbo che caratterizza l'isola di Pantelleria, in Sicilia.
L'arte dei pizzaiuoli napoletani - riferisce la Coldiretti - sarebbe il settimo "tesoro" italiano ad essere iscritto nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell'Unesco. L'elenco tricolore comprende anche l'Opera dei pupi (iscritta nel 2008), il Canto a tenore (2008), la Dieta mediterranea (2010) l'Arte del violino a Cremona (2012), le macchine a spalla per la processione (2013) e la vite ad alberello di Pantelleria (2014). Accanto al patrimonio culturale immateriale, l'Unesco - continua la Coldiretti - ha riconosciuto nel corso degli anni anche un elenco di siti, e proprio l'Italia e' lo stato che ne vanta il maggior numero a livello mondiale. Significativamente pero' - evidenzia Coldiretti -, gli ultimi elementi, ad essere iscritti negli elenchi, dallo Zibibbo di Pantelleria alla Dieta Mediterranea, fanno riferimento al patrimonio agroalimentare made in Italy, a testimonianza della sempre maggiore importanza attribuita al cibo, non a caso scelto come tema simbolo dell'Expo 2015.(AGI)
Bru