di Ilaria Conti
Roma - Un'eccellenza tutta italiana che e' passata da circa 30 dipendenti nel 2008 a 1.700 nel 2015. Sono i numeri di Ads, Assembly Data System, azienda 100% di proprieta' italiana, con sede legale a Pomezia, attiva nel settore degli impianti tecnologici e informatici prevede di crescere ancora per quest'anno, come spiega l'amministratore delegato Pietro Biscu in un'intervista all'AGI. Per il 2016 ci sono in cantiere oltre 300 assunzioni e una crescita del fatturato fino a 160 milioni di euro dai 110 del 2015. Un'azienda che ha fatto dei passi da gigante in pochi anni proprio dall'insediamento di Biscu nel 2008 e che ora chiede aiuto per competere con i grandi system integrator mondiali. Bicu vede la quotazione in borsa come "ultima soluzione" per trovare finanziamenti. "La ricetta di questa crescita esponenziale - afferma l'ad - e' lavorare molto, con umilta' mettendo al centro del progetto le persone. Abbiamo investito molto sulle competenze e messo al timone dell'azienda l'uomo e non la finanza". "Siamo passati - aggiunge - da circa 30 persone nel 2008 a 1.700 nel 2015, prevediamo per quest'anno un'ulteriore crescita importante con nuove assunzioni di oltre 300 unita'. Con le recenti acquisizioni di NextiraOne e di Ants, ramo d'azienda di Finmeccanica, abbiamo intenzione di rafforzare queste due nuove realta'".
Ads ha anche puntato molto sui giovani: "Dal 2009 a oggi - prosegue Biscu - sono stati assunti piu' di 600 ragazzi, grazie anche al Jobs Act. L'eta' media in azienda e' di 28 anni". E' stato inoltre investito molto in formazione: Ads ha infatti creato AdsLab, un progetto di formazione retribuita e inserimento professionale. "Un'accademia che lavora con universita' e istituti tecnici da cui vengono presi i ragazzi che, dopo un periodo di formazione, vengono inseriti nel mondo del lavoro", spiega Biscu. L'amministratore delegato sottolinea poi che l'azienda vorrebbe evitare la quotazione in borsa: "La prenderemo in considerazione come ultima soluzione per reperire finanza". "Non c'e' molta sensibilita' - dice - da parte delle banche ad aiutare una realta' che si e' fatta tutta da sola, un'azienda al 100% italiana. Anzi, in alcuni casi, ci hanno anche ostacolato perche' un'impresa che cresce con questa velocita' fa paura". "Abbiamo fatto tutto da soli, con le nostre forze e le nostre competenze. Abbiamo dato tanto all'Italia: ci siamo rimboccati le maniche. Ora chiediamo aiuto per competere con i grandi system integrator mondiali. La crisi per noi e' stata un'opportunita' perche' ha messo in evidenza i talenti e le eccellenze. Noi ci riteniamo un'eccellenza e - conclude - le eccellenze italiane vanno aiutate e difese". (AGI)