Roma - Avvio positivo delle borse europee, dopo il rimbalzo di Wall Street. Anche Tokyo guadagna l'1,4%, mentre Shanghai crolla e chiude a -6,4%. Londra guadagna l'1,26% a 5.940,85 punti. A Milano l'indice Ftse Mib segna +1,39% a quota 16.951 punti. Francoforte cresce dell'1,19% a 9.277,02 punti e Parigi sale dell'1,55% a 4.219,80 punti.
Il nuovo crollo delle Borse cinesi segna la vigilia del meeting dei ministri dell'economia dei Paesi del G20. Shanghai ha perso il 6,4% in chiusura a 2741,25 punti, con circa 400 titoli che hanno toccato il limite di ribasso giornaliero del 10%. Il Csi 300, l'indice dove sono quotate le azioni i casse A cinesi, ha segnato un arretramento del 6,1%. In calo del 6,1% anche la Borsa di Shenzhen.
Il ritorno della volatilità sui mercati azionari cinesi ha colpito anche la Borsa di Hong Kong, dove l'indice Hang Seng a metà pomeriggio segna un calo dell'1,28%. A trainare i ribassi di oggi soprattutto i titoli legati all'industria e al settore tecnologico. La giornata di oggi è stata segnata dalle voci, da molti ritenute improbabili, sulla possibilità che i titoli quotati al National Equities Exchange and Quotations, il mercato over the counter cinese, possano essere quotati sulle piazze di Shanghai e di Shenzhen. Gli investitori, scrive il South China Morning Post che cita un trader di Shanghai, avrebbero venduto per realizzare da guadagni da reinvestire nell'acquisto dei titoli ora quotati sul mercato non regolamentato. Con il crollo di oggi, la Borsa di Shanghai, che aveva parzialmente recuperato le pesanti perdite di gennaio, segna un arretramento del 23% dall'inizio dell'anno.
A incidere sul calo di oggi anche i timori per una nuova stretta alla liquidità e gli ultimi risultati del settore manifatturiero, che nelle prime proiezioni, toccano nuovi minimi a febbraio. Il dato verrà confermato il 1 marzo prossimo. Il crollo di oggi arriva alla vigilia dell'incontro a Shanghai dei ministri dell'Economia e dei governatori delle banche centrali del G20, che si tiene domani e sabato prossimo. Ieri il primo ministro Li Keqiang aveva rassicurato il direttore della Banca Mondiale, Jim Yong Kim, giunto a Pechino, sullo stato di salute dell'economia cinese, che, aveva spiegato il premier cinese, ha i mezzi per affrontare i rischi del sistema.
Oggi il vice ministro delle Finanze, Zhu Guangyao, aveva rassicurato che la Cina intende mantenere stabile "a un livello equilibrato" la propria valuta, lo yuan. Zhu ha poi chiesto maggiore coordinamento tra i Paesi del G20 per le politiche fiscali. "Non possiamo dipendere solo dalle politiche monetarie", ha dichiarato il numero due del Ministero delle Finanze. (AGI)