Roma - Il tema è al centro di un disegno di legge che riguarda il lavoro dipendente da casa, ma allo smart working Barilla è approdata già 3 anni fa. Secondo quanto riferisce Alessandra Stasi, Responsabile Organization & People Development, "nel 2013 l’azienda emiliana - che impiega nel mondo circa 8.000 persone, con un fatturato superiore a 3 miliardi di euro e 29 siti produttivi - ha avviato un progetto di smart working in tutte le proprie sedi, nazionali e internazionali. Su 1600 dipendenti coinvolti dal progetto, circa 1.200 (oltre il 74%) hanno usufruito dell’opportunità. E la sfida di Barilla è quella di offrire lo smart working per il 100% del tempo ai dipendenti". Ma di cosa si tratta?
“Smart working per Barilla significa tre cose”, continua Stasi“In primo luogo, lavorare dovunque, comunque e in qualunque momento. E in secondo luogo vuol dire utilizzare gli spazi in un modo diverso: abbiamo lavorato molto nelle varie sedi per riorganizzare gli uffici intorno alle attività di collaborazione, di comunicazione, di concentrazione individuale, che oggi possono essere fatte anche da remoto. Il terzo aspetto sono le tecnologie digitali".
Sono le donne a ususfruirne di più
Il progetto di Smart Working in Barilla è aperto a tutta la popolazione impiegatizia. Tuttavia esiste una maggiore propensione al suo utilizzo da parte delle donne tra 30 e 55 anni e da chi effettua un tragitto casa-ufficio mediamente lungo (maggiore ai 25 chilometri), con un conseguente risparmio di tempo, costi e connesso beneficio per l’ambiente. La propensione all’utilizzo invece decresce con l’aumentare dell’età: proprio la fascia più giovane - che si aspetta dall’azienda una maggiore flessibilità – in realtà è quella che la utilizza di meno.
Maggior equilibrio tra lavoro e vita privata
Lo Smart Working fa si che le persone abbiano una maggiore autonomia e una maggiore responsabilità su quando, dove e come lavorare, e su come conciliare esigenze personali e necessità di business. Da un punto di vista contrattuale, i dipendenti possono lavorare in sedi diverse dall’ufficio per 4 giorni al mese, accordandosi con il proprio manager. E I risultati, finora, sono stati molto positivi. In particolare il beneficio più grande riguarda l’equilibrio vita privata-lavoro che ha portato a un aumento della soddisfazione dei dipendenti. L’ingresso di Barilla nello smart working non è stato guidato dall’aumento della produttività. Tuttavia un’inchiesta globale effettuata con l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano su un campione di 600 persone coinvolte nello smart working in Barilla ha mostrato che per i manager non c’è stato un peggioramento nei livelli di produttività ed efficacia/efficienza delle prestazioni.
Il ruolo della tecnologia
I principali ingredienti del progetto sono stati rivisitazione degli spazi aziendali e adozione di tecnologie digitali a sostegno di nuove modalità per la comunicazione e la collaborazione come l’instant messaging, lync, whatsapp, videoconferenze. Grazie a nuove tecnologie, il lavoro da remoto diventa dunque realtà: è possibile infatti scollegare l'ambiente e il fattore temporale dal lavoro in sè, che viene quindi fatto in maniera più indipendente, rendendo di più e portando l'azienda ad un risparmio notevole in termini di infrastrutture e strumenti di lavoro.
Per favorire l’utilizzo delle tecnologie digitali, Barilla ha organizzato degli open day di formazione aperti a tutti in cui è possibile incontrare i colleghi dell’IT e sciogliere dubbi e perplessità. L’azienda inoltre ha potuto inoltre verificare l’entusiasmo verso le nuove modalità di lavoro, constatando che il cambiamento ha portato anche un positivo ritorno in termini di qualità del lavoro e anche di creatività.
Intanto JT International Italia (JTI Italia) ha ricevuto per il sesto anno consecutivo la certificazione “Top Employer Italia”. A JTI è andato anche nel 2016 il riconoscimento “Top Employer Europe”, destinato a una platea più ristretta, composta da 24 società che hanno partecipato in più Paesi all’interno del proprio Gruppo e si sono distinte nelle attività Top Employer. Sono in particolare 28 i paesi in Europa in cui il Gruppo JTI è stato certificato come Top Employer1.
“Questo riconoscimento rappresenta una nuova conferma del nostro impegno nel porre la massima attenzione verso le nostre persone, creando un ambiente di lavoro nel quale possano esprimere al meglio il proprio talento, arricchendo le proprie capacità professionali. Essendo questa una certificazione condivisa con molti altri mercati europei dove il Gruppo JTI è presente, significa che l’importanza rivolta al dipendente è un focus fondamentale all’interno della compagnia” ha dichiarato PierCarlo Alessiani, Presidente e Amministratore Delegato di JTI Italia.
(AGI)