(AGI) - Roma, 19 feb. - "Chiediamo che prima di procedere e dare seguito alle Linee guida si valuti con attenzione l'effetto che potrebbero generare sulle imprese errate interpretazioni o modalita' di applicazione, rendendo l'attuazione di tali disposizioni gestionalmente ed economicamente insostenibile per le aziende agricol". E' il commento del presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Gianni Tosi, alle "Linee guida per la riduzione delle emissioni in atmosfera provenienti dalle attivita' agricole e zootecniche nell'ambito del Bacino Padano", che e' ora al vaglio della Regione per la definizione delle misure concrete. "Occorre evitare azioni o disposizioni frutto di scelte fatte a tavolino da alcuni funzionari, che non tengono affatto in considerazione il presupposto di base delle norme ambientali comunitarie: la sostenibilita' economica. Per richiamare l'attenzione su questo aspetto - aggiunge Tosi - Confagricoltura Emilia Romagna ha deciso di avviare un lavoro di verifica sui costi derivanti dall'adozione di queste nuove pratiche gestionali e delle eventuali modifiche strutturali. Dati e numeri che verranno presto sottoposti all'Amministrazione regionale affinche' possa valutare, insieme alle rappresentanze agricole, le modalita' piu' idonee per ridurre le emissioni in atmosfera".
"Pur dando massima priorita' all'adozione coordinata e congiunta di misure di risanamento della qualita' dell'aria e senza volersi sottrarre all'impegno chiesto dall'Ue per ridurre le emissioni in atmosfera, riteniamo comunque - prosegue il presidente di Confagricoltura Emilia Romagna - che sia improponibile esigere adesso dalle imprese agricole ulteriori sforzi economici e investimenti strutturali impossibili da realizzare, se non con costi che porterebbero inevitabilmente alla chiusura delle aziende con conseguenze drammatiche sulle filiere di riferimento tra cui quelle Dop e Igp".
Confagricoltura ritiene pertanto necessaria un'attenta analisi della "sostenibilita' economica di quanto si andra' a proporre" cioe' norme che imporrebbero agli agricoltori e allevatori nuove tecniche per l'utilizzo sia dei concimi chimici che degli effluenti zootecnici, nonche' l'applicazione obbligatoria di costosi "miglioramenti strutturali" da realizzare negli allevamenti.
Se i prodotti agricoli e zootecnici d'eccellenza della nostra regione costituiscono davvero un vanto e un patrimonio importante per l'economia agricola regionale, non si puo' al contempo gravare le imprese agricole di costi aggiuntivi portando all'esasperazione l'intero comparto e provocando cosi' una gravissima crisi economica e occupazionale che toccherebbe pesantemente anche l'indotto (agro-industria, mangimifici, macelli, ecc.).
"L'agricoltura - conclude Tosi - da' gia' il suo contributo, ma i miglioramenti richiesti alle aziende devono essere sostenibili e tener conto del difficile contesto in cui operiamo, e della grave crisi di mercato che tocca oramai tutti i comparti, dal lattiero caseario al suinicolo, con prezzi che faticano a coprire i costi di produzione".(AGI)
Bru