(AGI) - Roma, 17 feb. - Su tutto il territorio nazionale sono 26.200 i terreni nelle mani di soggetti condannati in via definitiva per reati come, tra l'altro l'associazione a delinquere di stampo mafioso e la contraffazione, anche perche' il processo di sequestro, confisca e destinazione dei beni di provenienza mafiosa si presenta lungo e confuso, spesso non efficace e sono numerosi i casi in cui i controlli hanno rilevato che alcuni beni, anche confiscati definitivamente, sono di fatto ancora nella disponibilita' dei soggetti mafiosi. Emerge dal quarto Rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalita' nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare, presentato oggi a Roma. Il dossier evidenzia che tra i 20 ed i 25 miliardi di euro vengono sprecati per il mancato utilizzo dei beni confiscati sulla base delle stime dall'Istituto nazionale degli amministratori giudiziari (Inag). Si stima che circa un immobile su cinque confiscato alla criminalita' organizzata sia di destinazione agroalimentare. Il 53,5% si concentra in Sicilia, mentre la restante parte riguarda soprattutto le altre regioni a forte connotazione mafiosa, quali la Calabria (17,6%), la Puglia (9,5%) e la Campania (8%). Seguono con percentuali piu' contenute la Sardegna (2,3%), la Lombardia (1,6%), la Basilicata (1,5%) e il Piemonte (1,3%). Le altre regioni si attestano sotto l'1%. (AGI)
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