Milano - Nel 2015 le banche italiane hanno visto crescere del 97,1% le erogazioni di nuovi mutui per l'acquisto della casa; sul dato, che esprime il valore cumulato dei prestiti, incidono per il 31,6% le surroghe. Lo si legge nel bollettino mensile dell'Abi. A fine anno - si legge ancora nel rapporto - l'ammontare complessivo dei mutui concessi alle famiglie ha registrato una variazione positiva dello 0,7% rispetto a dicembre 2014 "confermando pertanto la ripresa del mercato dei mutui", segnala l'Abi. Il tasso sui prestiti per comprare abitazioni a gennaio 2016 ha segnato un nuovo minimo storico, scendendo al 2,48% (dal 2,49% del mese precedente). Sul totale delle nuove erogazioni di mutui, quasi i due terzi sono mutui a tasso fisso. Segnali positivi emergono guardando anche ai nuovi prestiti alle imprese, che sono aumentati nel 2015 di circa l'11,6% rispetto al 2014. "Il dato relativo alle imprese - segnala Gianfranco Torriero, vice direttore generale dell'Abi - è connesso anche a una qualche ripresa del Pil e della domanda di investimenti. Sui mutui alle famiglie, invece, incide anche la forte competitività del mercato, come dimostrano le surroghe, e i bassi tassi di interesse".
L'Abi rileva che le sofferenze nel portafoglio delle banche italiane, al netto delle svalutazioni, ammontavano nel dicembre scorso a 89 miliardi di euro, in crescita sia rispetto agli 88,8 miliardi del mese precedente sia rispetto agli 84,48 miliardi di dicembre 2014. Il rapporto tra le sofferenze nette e gli impieghi totali si colloca a fine anno al 4,94% (rispetto al 4,89% di novembre e allo 0,86% prima della crisi).
Ammonta a 1.826 miliardi di euro lo stock dei prestiti bancari in Italia a fine gennaio, in crescita dello 0,2% rispetto a gennaio 2015. I prestiti alle famiglie e alle imprese si sono attestati a 1.411 miliardi di euro, in calo dello 0,5% rispetto a un anno prima; se si guarda però all'intero arco della crisi - segnala l'Abi - si osserva un incremento dei finanziamenti in valore assoluto di quasi 133 miliardi di euro (il totale dei prestiti a famiglie e imprese a fine 2007 era pari a 1.279 miliardi). Il totale degli impieghi è comunque superiore alla raccolta bancaria, che a gennaio era pari a 1.685 miliardi di euro; prima dell'inizio della crisi, a fine 2007, l'ammontare della raccolta bancaria era pari a circa 1.513 miliardi.
Il dato sulle sofferenze lorde nel portafoglio delle banche italiane sparisce, per la prima volta, dal bollettino che l'Abi pubblica ogni mese. Si tratta di un "segnale" che l'associazione delle banche italiane vuole inviare direttamente alle autorità di vigilanza europee. "è un segnale non solo di tipo comunicazionale - spiega il vice direttore generale dell'Abi, Gianfranco Torriero - ma anche rivolto al contesto internazionale. I numeri più alti, come quello delle sofferenze lorde, fanno più scalpore e spesso vengono usati anche strumentalmente. Oggi questo è ancora più importante perché un decisore come la Bce si focalizza proprio sul tema delle sofferenze lorde, un indicatore che noi consideriamo errato". (AGI)