di Geminello Alvi
La fine della politica del figlio unico, modifichera' la struttura dell'economia cinese generando nel lungo periodo una riduzione del tasso di risparmio e favorendo la riconversione dall'esportazioni ai consumi di quella economia. Il confronto tra le famiglie che negli anni trascorsi avevano due gemelli e quelli che avevano un solo bambino giustifica la correlazione tra l'aumento dei consumi e la nuova politica dei due figli. Le famiglie urbane con due figli risparmiavano il 12,8% del loro redditi in media nel 2009, rispetto ad un risparmio del 21,3% delle famiglie con un figlio unico. Aumentera' com'e' ovvio inoltre ogni genere di beni di consumo per i giovani, dai telefonini, ai libri, ai giocattoli, ma anche la domanda di immobili e le assicurazioni sulla vita, e naturalmente le spese in istruzione.
Nel 2009, del resto, le famiglie con figlio unico in Cina spendevano una media del 10,6% del reddito totale per l'istruzione, mentre una famiglia con due gemelli spendeva il 17,3%. Ecco perche' il cambiamento da solo potrebbe far diminuire di un terzo il tasso di risparmio nei prossimi anni secondo vari demografi ed economisti. Potrebbe, e' pure vero, ridursi anche la qualita' dell'istruzione senza investimenti statali sufficienti. Tuttavia un simile esito sarebbe nel lungo periodo almeno improbabile.
Quanto impressiona del resto e' la radicalita' dell'inversione demografica che attende forse nei prossimi anni la Cina, che da un 51% di popolazione inferiore ai 20 anni del 1970 e' caduta al 27% del 2010, col risultato di far salire l'eta' media a 35 anni. Percio' nei prossimi anni ad ogni membro delle generazioni del figlio unico tocchera' comunque di mantenere due anziani, e per giunta pure i due figli che potranno poi nascergli. L'onere insomma si complichera' almeno finche' il sistema demografico non sia riequilibrato dalla politica dei due figli. E il tutto sempre che alla lunga i cinesi scelgano davvero di tornare a fare piu' d'un figlio.
(27 gennaio 2016)