Roma - Il nuovo hub del gas del Mediterraneo orientale potrebbe aiutare a dare stabilita' politica alla regione del Medio Oriente. Lo ha sottolineato l'ad di Eni, Claudio Descalzi, intervenendo alla conferenza 'Middle East and North Africa Energy' 2016 organizzata da Chatham House, al quale ha partecipato, tra gli altri, il segretario generale dell'Opec, Abdalla El Badri. Parlando di gas, l'ad ha osservato che "il Medio Oriente ha un enorme potenziale da sviluppare e, in particolare, mi riferisco alle ulteriori risorse di gas nell'East Med gas hub. Il giacimento giant egiziano di gas di Zohr, infatti, e' solo l'ultima di una serie di scoperte che hanno portato all'identificazione di volumi significativi di gas nell'area offshore del mediterraneo orientale nel corso degli ultimi anni. Oltre alla riserve gia' scoperte, ci si aspetta che le acque profonde del delta del Nilo e il Bacino di Levante abbiano ancora un grande potenziale, che si puo' aggiungere alla grandi risorse ancora da sfruttare in Libia".
Inoltre, ha proseguito Descalzi, "queste risorse possono contare su infrastrutture gia' presenti in Egitto, sia per la produzione, come flowlines e impianti di trattamento, che per l'esportazione, come terminali di liquefazione e gasdotti, per una capacita' complessiva di esportazione di 35 miliardi di metri cubi. Se questi paesi saranno in grado di definire strategie comuni e di condividere le infrastrutture esistenti, riusciranno ad abbassare i livelli di investimento necessari, a ridurre i costi e a velocizzare lo sfruttamento delle risorse disponibili, crescendo piu' velocemente. Questo condurra' alla creazione di un nuovo hub del gas, che potrebbe dare un forte impulso allo sviluppo e contribuire alla stabilita' dell'intera regione, dal Nord Africa al Medio Oriente". In conclusione, "i paesi del Medio Oriente e del Nord Africa stanno affrontando uno scenario difficile, dovuto alle tensioni geopolitiche, ma hanno anche tutte le condizioni piu' favorevoli per ribaltare la situazione nel medio/lungo termine, sfruttando l'enorme quantita' di riserve di olio e gas con livelli di breakeven e costi operativi bassi, in entrambi i settori dell'Oil & Gas. Bisogna ammettere che, diversamente da altre nazioni, i prezzi bassi dell'energia possono dare a questi paesi un vantaggio competitivo, in quanto saranno gli unici operatori a produrre e investire, aumentando cosi' la loro quota di mercato e riducendo la diversificazione delle fonti energetiche e, di conseguenza, a diventare anche piu' cruciali e critici nello scenario energetico futuro".
Petrolio: Descalzi, "con attuali prezzi gravi danni al settore" - Il settore petrolifero subira' gravi danni se i prezzi si manterranno ancora a questi livelli, ha affermato ancora l'ad Claudio Descalzi. "Se questa situazione continua - ha osservato - il settore energia ne sara' pesantemente danneggiato e, entro un paio di anni, potremmo finire nella difficile situazione in cui il mondo non produrra' abbastanza energia per sostenere la crescita demografica e alimentare lo sviluppo economico". Secondo il manager "non possiamo controllare ne' limitare la reattivita' a breve termine dei mercati finanziari, ma possiamo lavorare su una delle principali distorsioni del mercato energetico odierno: la mancanza di allineamento tra i prezzi di olio e gas e la struttura dei costi. Si tratta di una delle principali questioni da affrontare per far ripartire gli investimenti e garantire una fornitura energetica globale diversificata".
"Difatti, la struttura dei costi non e' allineata ai prezzi. Mentre i prezzi sono scesi di circa il 70%, i costi sono calati solo del 15-20% e possiamo ritenere che siano ancora basati sui livelli di prezzo di circa 80 dollari al barile". Per questo, ha evidenziato, "solo chi riuscira' ad allineare velocemente le proprie strutture di costi ai prezzi sara' in grado di mantenere un ragionevole livello di investimenti e, di conseguenza, la quota di mercato. Altrimenti, la diversificazione della fornitura globale sara' ridotta, perche' solo poche nazioni con livelli di breakeven bassi continueranno a produrre e sviluppare risorse, e queste nazioni sono concentrate nel Medio Oriente e nel Nord Africa". (AGI)
(25 gennaio 2016)