Coldiretti lancia la "guerra del latte" allevatori protestano per
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Coldiretti lancia la "guerra del latte" allevatori protestano per

Coldiretti lancia la "guerra del latte" allevatori protestano per

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(AGI) - Roma, 7 nov. - Migliaia gli allevatori della Coldirettidelle diverse regioni con mucche e trattori che dalle prime oredel giorno si sono mobilitati per la "guerra del latte" perdifendere il lavoro, gli animali, le stalle, i prati ed ipascoli custoditi da generazioni. L'Italia rischiaconcretamente di perdere per sempre la propria produzione dilatte perche' oggi quasi la meta' del latte consumato in Italiaviene oggi dall'estero e la situazione e' precipitatanell'ultimo anno con il taglio pesante nei compensiriconosciuti alla stalla dove mancano anche quei pochicentesimi al litro necessari per garantire l'alimentazionedelle mucche ed evitare la chiusura. Gli allevatori hanno presod'assedio il centro di distribuzione dei prodotti dellamultinazionale del latte francese Lactalis, che dopo averconquistato i grandi marchi nazionali Parmalat, Galbani,Invernizzi e Locatelli e' diventata il primo gruppo delsettore, in via Guglielmo Marconi 10 a Ospedaletto Lodigiano(Lodi) a meno di un chilometro dall'uscita "Casalpusterlengo"dell'autostrada A1, proseguendo sulla ex strada statale 234Mantovana. Sotto accusa il fatto che il latte italiano vienesottopagato al di sotto dei costi di produzione con leimportazioni dall'estero che vengono "spacciate" come Made inItaly" per la mancanza di norme trasparenti sull'etichettatura. LA DENUNCIA DELLA COLDIRETTINel 2015 hanno chiuso circa mille stalle, oltre il 60 per centodelle quali si trovava in montagna, con effetti irreversibilisull'occupazione, sull'economia, sull'ambiente e sulla qualita'dei prodotti. E' quanto afferma la Coldiretti con lo scoppiodella "guerra del latte" iniziata con l'assedio di migliaia diallevatori con trattori e mucche al centro di distribuzione deiprodotti Ospedaletto Lodigiani della multinazionale franceseLactalis che detiene i grandi marchi nazionali Parmalat,Galbani, Invernizzi e Locatelli. "La conseguenza e' che -sottolinea la Coldiretti - sono sopravvissute a fatica appena35mila stalle che rischiano pero' di scomparire nei prossimimesi perche' gli allevatori non riescono a coprire neanche icosti per dare da mangiare agli animali. Sotto accusa, il fattodi sottopagare il latte italiano al di sotto dei costi diproduzione con le importazioni dall'estero che vengono'spacciate' come Made in Italy per la mancanza di normetrasparenti sull'etichettatura". L'industria, secondoColdiretti, "ha deciso unilateralmente di tagliare i compensiper il latte alla stalla di oltre il 20 per cento in menorispetto allo scorso anno, per gli allevamenti della Lombardiadove si produce quasi la meta' del latte italiano ed e' quindiun punto di riferimento nazionale: il prezzo del lattericonosciuto oggi agli allevatori e' inferiore a quello diventi anni fa e vengono proposti accordi capestro che fannoriferimento all'indice medio nazionale della Germania, con unamanovra speculativa del tutto ingiustificata e quindiinaccettabile perche' la produzione italiana di latte sidistingue per le elevate caratteristiche qualitative. D'altraparte la stessa multinazionale si guarda bene dal praticare sulmercato italiano gli stessi prezzi di vendita al consumo perlatte e formaggi della Germania". Dalle frontiere italiane,rileva Coldiretti, passano ogni giorno 3,5 milioni di litri dilatte sterile, ma anche concentrati, cagliate, semilavorati epolveri per essere imbustati o trasformati industrialmente ediventare magicamente mozzarelle, formaggi o latte italiani,all'insaputa dei consumatori. Nell'ultimo anno "hannoaddirittura superato il milione di quintali le cosiddettecagliate importate dall'estero - si rileva nella nota - che orarappresentano circa 10 milioni di quintali equivalenti dilatte, pari al 10 per cento dell'intera produzione italiana. Sitratta di prelavorati industriali che vengono soprattuttodall'Est Europa che consentono di produrre mozzarelle eformaggi di bassa qualita'. Considerato che a fronte di unaproduzione nazionale di circa 110 milioni di quintali di lattesono circa 86 milioni di quintali le importazioni di latteequivalente dall'estero, c'e' il rischio concreto che il lattestraniero possa per la prima volta superare quello tricolore. Eper ogni milione di quintali di latte importato in piu'scompaiono 17mila mucche e 1.200 occupati in agricoltura". A"rischio c'e' un settore che rappresenta la voce piu'importante dell'agroalimentare italiano con un valore di 28miliardi di euro con quasi 180 mila gli occupati nell'interafiliera - ha affermato il presidente della Coldiretti RobertoMoncalvo - in gioco c'e' un patrimonio del Made in Italyalimentare che ha garantito all'Italia primati a livellointernazionale ma anche un ambiente e un territorio unico chesenza l'allevamento rischia l'abbandono e il degrado". (AGI).
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