Berlino - Anti-euro e anti-immigrati: si concentra in questi due elementi la filosofia del movimento populista "Alternativa per la Germania" (AfD) che in tre anni ha conquistato l'elettorato tedesco al punto di uscire trionfante dal voto di oggi. Nel 2013 il partito si era condensato intorno al progetto di uscita dall'euro, ma con lo svanire della crisi monetaria ha trovato un altro obiettivo su cui concentrarsi: il milione e centomila richiedenti asilo per fermare i quali, secondo i vertici dell'AfD, la polizia non dovrebbe esitare a usare le armi. E' stata la svolta xenofoba a giovare al movimento che puo' contare, secondo le proiezioni, su un sostegno del 24 per cento in Sassonia-Anhalt (direttamente alle spalle della Cdu di Angela Merkel) e tra il 12 e il 15 per cento in Baden-Wuerttemberg e Renania-Palatinato, dove dovrebbe assicurarsi il terzo posto.
Fondato da Bernd Luecke, docente di economia, il partito ha guadagnato soprattutto dalla sfiducia crescente nei partiti tradizionali e in particolare della Cdu. Cavalcando l'indignazione dei tedeschi per il salvataggio delle economie dei Paesi dell'Europa meridionale, e' riuscito a entrare nell'Europarlamento dopo aver fallito, nel 2013, il raggiungimento della soglia di accesso al Bundestag. Oggi e' solidamente presente nei parlamenti dei lander Sassonia, Brandenburgo, Turingia, Amburgo e Brema.
Al suo interno, pero', AfD ha dovuto fare i conti con la rivalita' tra il fondatore moderato e l'oltranzista Frauke Petry, che alla fine ha visto prevalere quest'ultimo. La decisa virata a desta ha portato il partito populista vicino, ma non troppo ai neonazisti dell'NPD. (AGI)