V enezia - Ci sono voluti piu' di cinque anni, di cui quattro passati in una lavoro di documentazione certosina degli avvenimenti tragici in Siria, perche' tutto si trasformasse in un film-documento basato sulle testimonianze dirette di cittadini siriani su cio' che stava, e sta tuttora accadendo nel Paese. Il risultato della collaborazione tra il regista danese Andreas Dalsgaard e la giornalista radiofonica siriana Obaidah Zytoon, ha fruttato la realizzazione del film "The War Show" con cui 'Le Giornate degli autori' di Venezia hanno inaugurato la loro 12esima edizione, in concomitanza della 73esima Mostra Internazionale del Cinema. "E' un documento di formidabile efficacia" ha detto il delegato generale delle Giornate, Giorgio Gosetti, in un'intervista a www.agiarab.com. "Io credo che il cinema deve perseguire la sua natura e funzione come elemento culturale, interessandosi dalla politica non come appartenenza ma come voce delle storie della gente, continuando parlare di loro". "Cio' che caratterizza "The War Show" - ha proseguito Gosetti - e' il fatto di essere il racconto di vita di uomini e donne con la loro stesse voci senza il bisogno di un'altro mezzo o costruzione immaginata. E' un film che narra quattro anni della vita della Siria, e malgrado il cambiamento epocale e tragici che sono accaduti in quel paese, conserva tuttora la sua efficacia".
(foto dal sito http://www.venice-days.com/)
La narrazione si articola sulla vicenda di Obaidah Zytoon e di alcuni suoi amici che si uniscono alle proteste di piazza contro il presidente Bashar al-Assad? del marzo 2011. Consapevoli che la primavera araba avrebbe cambiato il loro paese, questo gruppo di artisti e attivisti inizia a riprendere la propria vita e gli eventi circostanti. La violenta risposta del regime, pero', spinge la Siria in una spirale sanguinosa, e le speranze in un futuro migliore vengono spente dalla brutalita', dalle detenzioni e dalle morti provocate dalla guerra civile. Un road movie personale che coglie il destino della Siria attraverso lo sguardo di una ristretta cerchia di amici. "Non e' compito mio immaginare se questo film contribuira' al dibattito politico sulla Siria, e forse non e' stato nell'intenzione dei due realizzatori, ma sono sicuro che dara' un'importante impulso di coscienza a tutti noi" ha concluso Gossetti che si e' detto "orgoglioso" che siano proprio i siriani i protagonisti. (AGI)