R oma - "Abbiamo visionato 125 film italiani e la scelta e' caduta sui tre selezionati ('Questi giorni' di Giuseppe Piccioni, 'Piuma' di Roan Johnson, 'Spira mirabilis' di Massimo D'Anolfi e Martina Parenti, ndr) perche' ci sembravano i piu' coraggiosi, i piu' nuovi, quelli che maggiormente uscivano da quegli schemi della commedia che domina oggi il botteghino e la produzione di casa nostra". Con queste parole Alberto Barbera spiega, durante la conferenza stampa di presentazione della 73. Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, in programma dal 31 agosto al 10 settembre al Lido, le sue scelte.
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"Molti nomi di cui si era parlato sono rimasti fuori - ammette il direttore artistico - mentre altri non hanno fatto in tempo a presentare il film perche' non era finito (per esempio Gianni Amelio)". Solo tre pellicole italiane di autori poco noti, dunque, in competizione con giganti come Andrei Konchalovsky ('Paradise'), Emir Kusturica ('On the milky road'), Francois Ozon ('Frantz'), Denis Villeneuve ('Arrival') e Wim Wenders ('Les beaux jours d'Aranjuez - 3D'). Altri film italiani sono presenti in Mostra fuori concorso (Sorrentino, Kim Rossi Stuart, Munzi) o in altre sezioni come Orizzonti (Federica Di Giacomo con 'Liberami', Michele Vannucci con 'Il piu' grande sogno') o Cinema nel Giardino (Gabriele Muccino, Michele Santoro con 'Robinu''). Una pattuglia piuttosto risicata che rispecchia quella che, a giudizio del critico e direttore Alberto Barbera e' la situazione del cinema italiano: "Oggi si fanno tante commediole, commediucole, commediacce - spiega - e gli stessi produttori sembrano spesso non avere strategie e saper bene il livello qualitativo dei loro film. Rispetto allo scorso anno - continua - se possibile, direi che si e' ulteriormente abbassato il livello medio dei film".
Proprio la qualita' e' la stella polare di Barbera che ha spesso fatto scelte controcorrente. "Abbiamo selezionato il film di Piccioni, 'Questi giorni', perche' e' ambizioso e molto contemporaneo. Il documentario 'Spira mirabilis', poi, e' un'opera costata 120mila e girata dalla coppia di registi milanesi D'Anolfi-Parenti - continua - che ha una potenza concettuale e uno splendore visivo che la collocano al livello dei grandi documentari internazionali di cui in Italia non siamo tanto abituati. Il terzo film di casa nostra in concorso - conclude Barbera - e' una commedia divertente e intelligente, di ben altro livello rispetto a quelle che che si vedono in circolazione. E' una scommessa che ci ha convinti". Quest'anno, oltre ad avere una sala in piu', la Mostra del Cinema di Venezia inserisce per volonta' del suo direttore una nuova sezione: Cinema nel Giardino.
"E' un modo per ospitare pellicole che normalmente non troverebbero spazio in festival tradizionali - spiega -. Si tratta di film definiti 'intermedi', ossia a meta' tra opere d'autore e pellicole popolari destinate al grande pubblico, magari commedie anche volgari". In questa sezione di film che piacciono al grande pubblico e che, secondo Barbera, non hanno diritto di cittadinanza in un festival cinematografico dove si mostrano solo film di spessore culturale, verranno presentate pellicole interessanti, da 'L'estate addosso' di Gabriele Muccino al documentario a Scampia di Michele Santoro, 'Robinu'', da 'Franca: Chaos and Creation' di Francesco Carrozzini a 'In Dubious Battle' di James Franco. "In realta' la mia idea era di fare una rassegna di film italiani - spiega Barbera - ma l'unico a crederci e' stato Muccino, cosi' ho dovuto rivedere il progetto". (AGI)