di Salvatore Izzo
CdV - "Vi chiedo perdono se qualche volta vi ho offeso con parole e per non aver detto quello che dovevo". Francesco si è rivolto con queste parole ai 4mila "senza fissa dimora" che partecipano al Giubileo delle persone escluse voluto dallo stesso Papa Francesco. "Vi chiedo perdono - ha continuato - ogni volta che i cristiani davanti a un povero guardano da un'altra parte". "Perdono. Il vostro perdono - ha invocato il Papa - verso gli uomini e donne della Chiesa che non vogliono guardare è acqua benedetta, è pulizia per noi. Aiutateci a credere ancora che nel cuore del Vangelo c'è la povertà, grande messaggio non solo per i cristiani ma per tutti i cattolici che devono costruire una Chiesa per i poveri".
"I SOGNI DEI POVERI SI AVVERANO"
"Non smettere di sognare. I sogni di un povero, di uno che non ha tetto come saranno? Sognavate che un giorno potevate venire a Roma, e questo si è avverato: vuol dire che tutto può cambiare", ha poi detto Francesco ai senzatetto che gremivano l'Aula Nervi. Un incontro commovente che si e' concluso con un gesto emblematico: alcuni clochard hanno circondato il Papa pregando per lui e imponendogli le mani, come fanno i gruppi carismatici. "Mi ha colpito una cosa che ha detto Roberto: che in quanto esseri umani noi non ci differenziamo dai grandi del mondo. Abbiamo le nostre passione e il sogno che cerchiamo di portare avanti a piccoli passi", ha confidato Francesco risponendo a uno dei 4 saluti che gli sono stati rivolti all'inizio dell'incontro. "La passione e il sogno. La passione - ha osservato - che a volte ci fa soffrire, che ci mette delle difficolta'. La malattia, ma anche la passione per andare avanti: questa buona passione che ci porta a sognare". Secondo il Papa, "chi ha tutto non puo' sognare, perché è disilluso dalle ricchezze che possiede e dall'egoismo che induce all'indifferenza verso coloro che vivono nel disagio e i poveri", che "non possedendo nulla credono nella vita e la vivono con dignità perché - ha spiegato - essere poveri va bene, "ma strisciare per terra senza dignità, no! Povero sì, sfruttato no". Gli umili, ha ricordato, seguivano Gesù perché sognavano che lui potesse curarli e liberarli. Lo seguivano e lui li liberava. Sogni, passione, ricordate. Dovete insegnare a tutti noi che abbiamo un tetto: con i vostri sogni insegnateci che la vita e' bella, insegnateci a non essere soddisfatti partendo dal cuore del Vangelo, dove siete voi". Per questo, ha scandito Francesco, "il cuore del Vangelo è proprio la povertà". "Ogni giorno nella vita - ha rilevato - troveremo più poveri di noi ed è dunque doveroso essere sempre solidali, dare la mano a chi sta soffrendo più di me. La povertà porta a stendere la mano verso chi sta peggio di noi. Insegnateci, insegnate la solidarietà al mondo", ha detto ancora il Papa ai senza tetto, invitandoli a proseguire il loro lavoro a favore della pace perché "la povertà più grande è la guerra che distrugge". "Vi invito a lavorare per la pace che per noi cristiani è iniziata in una stalla e con una famiglia emarginata e che Dio vuole per ciascuno di noi. Voi nella vostra povertà, situazione difficile, potete essere artefici di pace". "Le guerre - ha poi concluso - le fanno i ricchi per avere più territori, più soldi, più potere. E' molto triste quando la guerra si fa tra i poveri perché i poveri sono portati a essere costruttori della pace. Date esempio di pace: abbiamo bisogno di pace nel mondo, nella Chiesa, in tutte le chiese. E anche le religioni ne hanno bisogno, essendo messaggere di pace, una pace che viene dalla sofferenza e dal cuore cercando armonia che da' dignità".