CdV - "Padre Pio e' stato un santo scomodo, a lungo perseguitato dalla Chiesa e poi clamorosamente riabilitato dagli ultimi tre papi: Wojtyla, Ratzinger e Bergoglio". Secondo il vaticanista Ignazio Ingrao "e' questo uno dei motivi di sintonia che hanno legato il frate cappuccino all'arcivescovo di Buenos Aires poi salito al soglio di Pietro". Nel libro "Il segno di padre Pio" (edito da Pimme) che esce in contemporanea all'arrivo del corpo del Santo da San Giovanni Rotondo scava a fondo nella sua figura, indaga sulla sua vicenda, fa chiarezza su tanti punti rimasti oscuri e su altri decisamente scottanti. E' noto che Padre Pio trascorreva molte ore della sua giornata in confessionale e che accoglieva semplici fedeli e personaggi famosi, spesso con storie complicate di divorzi, tradimenti, difficolta' esistenziali. Ed anche padre Jorge Mario Bergoglio fu assegnato al semplice ministero di confessore a Cordoba quando termino' il suo servizio da provinciale dei gesuiti d'Argentina.
"Faro' piu' rumore da morto che da vivo" diceva Padre Pio e, sottolinea Ingrao, "mai profezia fu piu' vera di quella di san Pio da Pietrelcina che, con sant'Antonio da Padova, detiene il primato del santo piu' invocato al mondo. Dal giorno della morte, avvenuta il 23 settembre 1968, le sue spoglie riposano a San Giovanni Rotondo, ed e' stato Papa Francesco in persona a volerle in San Pietro per il Giubileo, affinche' la loro presenza sia un segno prezioso per tutti i missionari e i sacerdoti, i quali troveranno forza e sostegno per la propria missione nel suo esempio mirabile di confessore infaticabile, accogliente e paziente, autentico testimone della Misericordia del Padre".
"Nessun santo recente - continua il vaticanista - gode dell'immensa popolarita' e simpatia che circonda Padre Pio. Eppure la persecuzione ecclesiale subita resta avvolta da misteri ed enigmi". Nel libro, Ingerao ricostruisce i passaggi salienti di una riabilitazione inaspettata e repentina - emergono nuovi particolari anche sulla base di documenti mai resi pubblici conservati nell'Archivio segreto del Vaticano e nell'ex Sant'Uffizio. (AGI)
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