Dalla lite al delitto, cosa sappiamo della morte di Emanuele
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Dalla lite al delitto, cosa sappiamo della morte di Emanuele
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La psicologa: "Perché gli umani in branco sono capaci di uccidere"

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Cronologia di una tragedia

  • Venerdì 24 marzo, ore 23 - Emanuele e la fidanzata Ketty arrivano al Mirò Music Club in piazza Regina Margherita, nel centro storico di Alatri, in provincia di Frosinone.
  • Sabato 25 marzo, ore 2 - Emanuele è al bancone del bar del locale quando un ragazzo albanese inizia a importunare la sua ragazza. Scoppia un diverbio. Gli addetti alla sicurezza portano Emanuele fuori dal locale.
    • Il massacro: un gruppo di persone, tra cui anche i buttafuori, si accanisce contro Emanuele con calci e pugni. Il ragazzo è inerme, ma per il branco non è abbastanza: qualcuno prende una spranga di ferro (o una chiave inglese, secondo altre testimonianze) e lo colpisce più volte alla testa.
    • Il ragazzo viene immediatamente trasportato prima all’ospedale San Benedetto di Alatri e poi trasferito d’urgenza al Policlinico Umberto I di Roma. Le condizioni sono gravissime: Emanuele presenta fratture cervicali, cranio sfondato ed emorragia cerebrale.
    • Nel frattempo, la stessa notte, la polizia interroga in caserma una ventina di persone.
  • Domenica 26 marzo, ore 15 - Emanuele lotta tra la vita e la morte. A nulla servono le operazioni cui è stato sottoposto: i genitori danno il consenso per l’espianto degli organi, il suo cuore smette di battere.
  • Domenica 26 marzo, pomeriggio - Nove persone vengono interrogate dai carabinieri
  • Lunedì 27 marzo, ore 9 - La notizia è ufficiale: sono nove le persone iscritte nel registro degli indagati dalla Procura di Frosinone per la morte di Emanuele Morganti. Un gruppo misto composto da tre buttafuori italiani e uno albanese cinque giovani del posto. L'accusa per tutti è di omicidio volontario e concorso in omicidio.
  • Il locale è sotto sequestro.

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