Antonella Lettieri l'hanno uccisa nel giorno della Festa delle donne, proprio mentre tante altre donne celebravano l'8 marzo urlando il loro no ad ogni forma di violenza. Una festa che Antonella - che proprio il giorno prima aveva compiuto 42 anni - non celebrava più da quando era scomparso il fratello Raffaele, deceduto per una malattia proprio in questo periodo dell'anno. Antonella lavorava come commessa nel negozio 'La Calabrisella' di proprietà della sorella gemella Silvia e del cognato Luigi. A trovarla in una pozza di sangue, la mattina seguente, è stato proprio Luigi. La sorella non l'aveva vista arrivare al negozio e Antonella non le rispondeva al telefono. Decide quindi di mandare il marito a casa sua, per controllare. L'uomo, giunto in via Cilea nel quartiere Scalaretto, a Cirò Marina, nel Crotonese, suona alla porta senza ricevere risposta. Torna così dalla moglie a prendere le chiavi di riserva della casa nella quale la commessa abitava da sola.
La scena del delitto
Quando apre la porta si trova di fronte alla tragedia. Antonella era esanime a terra. Martoriata, uccisa in modo brutale e selvaggio. L'assassino le aveva inferto prima un colpo fortissimo alla testa, con un oggetto pesante e appuntito non ancora ritrovato, che l'ha fatta svenire, e poi si era accanito con una dozzina di fendenti inferti con un'arma da taglio e una ventina di colpi al capo e al viso. Neppure il medico legale che ha effettuato l'autopsia è riuscito a quantificarli con esattezza.
Le indagini puntano subito sui vicini
Dalle indagini è emerso che l'aggressione è avvenuta quando la donna era appena rincasata dopo il lavoro, verso le ore 20 di mercoledì 8 marzo. Non aveva neppure tolto il giubbotto ed aveva ancora le borse della spesa in mano quando è stata aggredita ed uccisa. La casa messa a soqquadro, forse per inscenare una rapina finita male o forse perché l'assassino cercava qualcosa di preciso. I carabinieri del comando provinciale di Crotone, quelli della compagnia di Cirò Marina, ai quali si sono aggiunti gli specialisti del Ris di Messina, hanno subito indirizzato le indagini verso una pista precisa, una pista che portava ad una coppia di coniugi, vicini di casa di Antonella Lettieri, con la quale la donna aveva un rapporto di amicizia e che frequentava assiduamente.
L'indiziato rischia il linciaggio
Il Ris ha perquisito la loro abitazione, prelevato indumenti e campioni del Dna. Dai quali, evidentemente, giovedì sera sono giunti riscontri che hanno indotto gli inquirenti a sottoporre a fermo per omicidio pluriaggravato il vicino di casa, Salvatore Fuscaldo, bracciante agricolo di 50 anni. L'uomo subisce un tentativo di linciaggio quando viene portato fuori dalla caserma dove ha sede la locale compagnia dell'arma. Nella ressa il lunotto della gazzella dei militari viene frantumato. C'è chi grida "Sei un assassino!". E c'è chi applaude i carabinieri.
Un caso tutt'altro che chiuso
Il giudice delle indagini preliminari, Michele Ciociola, venerdì decide di convalidare il fermo. Proprio mentre a Cirò Marina si tenevano le esequie della povera Antonella, il gip ha depositato il provvedimento e disposto la custodia cautelare in carcere. Durante l'interrogatorio, l'uomo ha risposto alle domande del giudice fornendo una versione alternativa a quella dell'accusa: ha negato decisamente di aver ucciso Antonella e, quanto al presunto prestito che la donna gli avrebbe fatto e che potrebbe essere uno dei motivi scatenanti del raptus omicida, Fuscaldo ha replicato che lui lavora e non ha certo bisogno di denaro.
Riguardo alla prova che lo incastrerebbe, la macchia di sangue repertata dai Ris sul sedile posteriore della sua Alfa 156, Fuscaldo ha spiegato che lasciava sempre l'auto aperta perché aveva il telecomando rotto e che Antonella aveva imparato a guidare proprio sulla sua vettura, quindi potrebbe aver lasciato quella piccola traccia di sangue in epoca molto anteriore al delitto. Sta di fatto che il gip Ciociola ha ritenuto poco convicenti le sue giustificazioni e ha deciso di mantenerlo in carcere per l'omicidio della giovane donna. Il caso è tutt'altro che chiuso. Le indagini ora si concentrano su eventuali responsabilità della moglie di Fuscaldo, anch'essa indagata.