Roma - L'Italia è ancora percepito come un paese corrotto, ma sta migliorando: il Paese è salito di una posizione rispetto all'anno precedente nella classifica stilata da Trasparency International, raggiungendo il 60° posto. Uno sviluppo positivo che emerge anche dal voto assegnato, 47 su 100, con un incremento di 3 punti. Se si allarga però lo sguardo all'Europa, l'Italia è ancora fanalino di cosa, seguita solo da Grecia e Bulgaria, rispettivamente al 69° e 75° posto della classifica mondiale. A guidare la classifica dei virtuosi, ancora una volta, Danimarca e Nuova Zelanda, seguiti da Finlandia e Svezia.
Cantone, segnale positivo ma è ancora poco
Il miglioramento registrato "è un segnale positivo, ma restiamo ancora nella zona retrocessione", ha sottolineato il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione (Anac), Raffaele Cantone. "Nonostante si parli particolarmente di corruzione nel nostro Paese, abbiamo guadagnato otto posti l'anno scorso e un posto quest'anno. E' ancora poco, ma è in segnale di un'inversione di tendenza".
Il numero uno dell'Anac ha poi osservato che questa misurazione della corruzione è, a suo parere, "sintomo della sfiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni". Cantone ha anche puntualizzato che "alcune indagini giudiziarie dimostrano un dato innegabile, ovvero che vi sono dei fenomeni di corruzione che si erano sistematizzati nel Paese".
Italia, scalate 12 posizioni in 4 anni
Dal 2012, anno dell’approvazione della Legge Severino, l’Italia ha scalato 12 posizioni, passando dalla 72°, all’attuale 60°.
Intesa Anac-Transparency sulle segnalazioni
Intanto, Anac e Trasparency International hanno siglato a Roma un protocollo d'intesa: le segnalazioni di casi di corruzione nel settore pubblico pervenute all'associazione saranno girate all'Autorità guidata da Cantone. L'articolo 2 del documento precisa che saranno inoltrate le "segnalazioni non anonime da parte di dipendenti pubblici con riferimento a illeciti nella pubblica amministrazione".
Un protocollo, ha sottolineato Cantone, che "va ad ampliare quello già siglato l'anno scorso. Quello del whistleblower è uno degli aspetti più rilevanti per il contrasto alla corruzione". Si tratta quindi di "un passo in avanti che rende concreta la collaborazione con il mondo delle associazioni che si occupano del contrasto alla corruzione".
"Il tema della tutela dei whistleblower, cioè di coloro che decidono di segnalare un caso di corruzione di cui vengono a conoscenza, è ritenuto fondamentale da Transparency International Italia, che da anni sta spingendo per l'approvazione di una norma che garantisca loro tutele e protezioni efficaci", ha affermato da parte sua Virginio Carnevali, presidente di Transparency International Italia.